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Carlo A. Pelanda
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Carlo Pelanda: 2020-10-20L' Arena,
Giornale di Vicenza,
Brescia Oggi

2020-10-20

20/10/2020

Centralità e limiti dell’ombrello europeo

Il governo dovrà rivedere i conti alla luce dell’impatto economico della seconda ondata di contagi. Probabilmente da una stima corrente di una caduta del Pil 2020 tra l’8 e il 9% dovrà passare ad una tra il 10 e il 13%. Al riguardo del progetto di bilancio 2021 dovrà tenere in conto un primo trimestre stagnante o recessivo se i blocchi saranno esagerati e caotici come ora. Nel secondo è atteso un vaccino. Ma il rimbalzo dei settori più colpiti non sarà immediato, mentre altri saranno più veloci. Quindi ci sarà la necessità di sostenere i primi con finanziamenti “ponte” più a lungo di quanto finora previsto. Tale scenario implica un ritorno ai livelli di crescita del 2019 nel 2023 - un anno di ritardo sulle previsioni precedenti - con una ripresa forte dal secondo semestre 2021 e per tutto il 2022 e conseguentemente un maggiore ricorso al debito. Chi scrive è più ottimista, ma valuta che comunque dovrà crescere l’indebitamento d’emergenza.

L’agenzia di valutazione (rating) S&P ha sorpreso positivamente analisti e mercati modificando le previsioni sull’affidabilità del debito italiano da negative a positive, prevedendo che il suo costo complessivo scenderà verso il 3% del Pil, attorno ai 50 miliardi anno, considerato sostenibile. Tale valutazione è coerente con l’elevata domanda delle emissioni di debito nazionale con rendimenti bassi. Non è però merito dell’Italia, pur la sua economia con un rimbalzo forte nel terzo trimestre, ma dell’ombrello aperto dall’Ue e, soprattutto, dalla Bce a protezione della finanza pubblica italiana e di altri sia colpiti sia in condizioni precedenti di squilibrio finanziario. Pertanto l’attenzione va rivolta alla volontà/capacità della Bce di mantenere il programma di acquisto dei debiti nazionali che fornisce loro una supergaranzia tale da mantenerne bassi i costi per i bilanci nazionali. La capacità ha limiti molto ampi, ma senza il consenso dei governi dominanti nell’Ue questi si restringerebbero. Tale consenso, al momento, è per la continuazione delle misure straordinarie fino a metà 2022 e non oltre. Questo è il tempo massimo per tirare fuori dai guai l’Italia.

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