Molti mi chiedono che fine farà il progetto Nova Pax, cioè di un mercato integrato globale delle democrazie come strumento per una loro alleanza politica con scala tale da poter governare il pianeta secondo gli standard del capitalismo democratico contro quelli destabilizzanti dei regimi autoritari. Alla fine del 2015 sembrava vicino al successo: il Trattato Tpp era stato siglato da 12 nazioni del Pacifico, restando in attesa di ratifica in America, ma facilitata da una semplificazione della procedura; i negoziati Ttip tra Stati Uniti e Ue, con molti elementi di mercato unico e non solo di accordi doganali, avevano ricevuto impulso politico. All’inizio del 2016 è crollato il consenso per queste aggregazioni sia in America sia in Europa a causa della prevalenza di idee protezioniste nelle popolazioni. A ridosso delle elezioni statunitensi del novembre 2016 e di quelle politiche in Francia e Germania nel 2017, la politica, per non sfidare i dissensi, ha sospeso la ratifica del Tpp in America, favorita dai centristi democratici e repubblicani, ma combattuta dalla sinistra e destra protezioniste, Trump in particolare, e bloccato di fatto i negoziati Ttip. Dobbiamo dichiarare la fine del progetto, ammettere l’implosione del complesso democratico globale, e del G7, e riconoscere la vittoria di Cina e Russia escluse e che per questo hanno sabotato il progetto in tutti i modi? Non lo credo perché chiunque sarà al governo in America e in Europa alla fine del 2017 dovrà necessariamente favorire la ricompattazione dell’alleanza tra democrazie americane, asiatiche ed europee e creare un mercato specifico per le stesse che aiuti la crescita di ciascuna. In caso contrario salterebbe il mercato globale con impatti devastanti in ogni nazione. La frammentazione del sistema globale in blocchi regionali, tendenza attuale, darebbe lo stesso esito. Ma il rilancio del progetto non sarà automatico e questo dovrà avere più guida politica, in alto, e più flessibilità, in basso. Il Ttip dovrebbe essere reimpostato come accordo economico graduale e non a pacchetto tutto e subito. Il Tpp dovrebbe essere caricato di maggiori salvaguardie per i danneggiati dalla concorrenza. Il G7 dovrebbe creare un organismo di supervisione, esteso alle nazioni interessate, per tutti gli accordi economici tra democrazie. La Russia dovrebbe essere inclusa, pur in modi condizionati, nel Ttip per separarla dalla Cina e riammessa come osservatore a un G7+1. Se così, è probabile che nel 2018 il progetto riprenda la sua traiettoria e che la pausa elettorale diventi utile per renderlo meglio fattibile.