La varietà di situazioni oggetto di necessario aiuto economico/normativo eccede quella dei provvedimenti decisi dal governo o in bozza. In sintesi, c’è un gap evidente tra domanda ed offerta di facilitazioni, superiore e anomalo in relazione alle nazioni europee comparabili. Il settore del turismo e ristorazione, per esempio, non sta ricevendo i sostegni necessari, così come quello dei trasporti, agricoltura ed altri. Mentre molte risorse trovano impieghi di dubbia efficacia del denaro pubblico, dissipandolo. In particolare, è discutibile la scelta di assumere in autunno decine di migliaia di insegnanti in base ad un criterio di diradamento delle classi che ha altre soluzioni più efficienti mentre quei soldi pubblici servirebbero a rafforzare il presidio medico diffuso ed altre spese più utili o comunque, visto che sono a debito, risparmiate. In generale, appare confermato quanto lo scrivente ha qui abbozzato tempo fa: il governo non riesce a differenziare gli interventi indirizzandoli dove veramente servono così dissipando una quantità eccessiva di risorse. Il metodo giusto sarebbe quello di classificare i settori economici in tre categorie: vanno bene (circa il 35%, stime di luglio del gruppo di ricerca dello scrivente); con i giusti sostegni potranno riprendersi rapidamente (circa il 40%); hanno bisogno di una terapia intensiva economica prolungata (circa il 25%). La prima categoria, per andare meglio, ha solo bisogno di facilitazioni fiscali. La seconda è più sensibile agli investimenti in infrastrutture/costruzioni e il denaro pubblico, nonché la semplificazione burocratica, dovrebbero essere lì concentrati in quantità superiori e tempi inferiori a quelli oggi visibili e prevedibili. Nella terza ci sono aziende di vario tipo che hanno bisogno di rateazioni lunghissime del debito fiscale e/o suo condono parziale, sostegni per il merito di credito e iniezioni di capitale a fondo perduto. Ma il governo offre solo una cassa integrazione quasi generalizzata fino a novembre, vieta i licenziamenti fino a dicembre (e a gennaio cosa succede?) invece di dare ai lavoratori protezioni vere in caso di licenziamento. E’ comprensibile che il governo sia in affanno per una situazione complessa reale e interna. Ma almeno studi il metodo giusto di politica economica e copi le nazioni che lo applicano, Germania in particolare, e cerchi di limitare l’indebitamento indirizzando le risorse dove veramente servono.