Qual è il vero motivo che ha spinto Francia e Germania a ribadire il primato della loro conduzione diarchica dell’Ue e dell’Eurozona attraverso una comunicazione congiunta?
I due temono di perdere il potere esercitato attraverso regole ed istituzioni condizionanti. La Commissione ha reagito (correttamente) all’emergenza pandemica togliendo i vincoli di bilancio alle nazioni e il divieto agli aiuti di Stato. La Bce ha preso una posizione di prestatore illimitato di ultima istanza, tra l’altro rendendo inutile il Mes. In sintesi, i diarchi hanno al momento perso gli strumenti per attuare la loro “grande strategia”: usare il dominio sugli europei per ottenere la rappresentanza di una regione con scala tale da poter trattare alla pari con gli altri poteri globali, obiettivo che implica configurare l’Ue come mezzo di moltiplicazione differenziale della forza nazionale. Poiché in fase d’emergenza non si possono ripristinare strumenti restrittivi/condizionanti, i due – in realtà su spinta della Germania che la Francia ha dovuto assecondare in modi ancillari, ma in cambio di vantaggi industriali – hanno voluto comunicare che comunque comandano loro. Ma la Commissione, che sente il problema di difendere la propria esistenza, ha scelto una strategia divergente da questi: rendere l’Ue utile per tutti e generosa, per esempio la proposta di un intervento di 1.000 miliardi a minima condizionalità ed eurogarantiti e con una parte “a perdere” contro i 500, non specificati, proposti dai diarchi. Per inciso, all’Ue serviranno almeno 6.000 miliardi anticrisi in tre anni. Soprattutto, la Bce riconferma quotidianamente la postura di garante illimitato. Con una Bce così perché mai gli Stati dovrebbero accettare condizioni decise da Germania e suoi proxy? E se la Bce non facesse così, emulando la sovranità monetaria delle nazioni, queste se la riprenderebbero. E se la Commissione non agisse come generoso garante fiscale, perché mai uno Stato dovrebbe dare soldi al suo bilancio? Se li terrebbe. Poiché è improbabile il ritorno consensuale a tutte le euroregole troppo condizionanti dopo l’emergenza, i diarchi, appunto, temono una riduzione della condizionalità come base del loro potere asimmetrico. La Germania sta già tentando di porre limiti all’indipendenza della Bce via Corte costituzionale tedesca e di rimettere sotto controllo la Commissione. L’Italia ha interesse ad impedirlo difendendo la Bce, sostenendo la strategia della Commissione e schierandosi sul lato Ue contro Francia e Germania, ma sarà quella più oggetto di ricatto dai due sia congiunti sia separati.