I mercati finanziari non riescono ancora ad inquadrare la caduta massima dei valori azionari a causa dell’impatto economico delle misure (ormai globali) anticontagio, cioè il “pavimento” da cui poi la situazione migliorerà. Né ritengono del tutto convincenti, in America ed Europa, le pur imponenti misure di liquidità anticrisi annunciate da governi e Banche centrali. Nell’ambiente si sentono commenti del tipo: le Banche centrali e i governi stanno usando contromisure calibrate sulla crisi finanziaria del 2008, ma questa è una diversa. In effetti lo è: colpisce domanda e offerta e minaccia l’esistenza di molteplici settori economici, come in una guerra. Per tale motivo i mercati stanno oscillando, con una volatilità mai vista in precedenza. In sintesi, al momento l’incertezza prevale sui tentativi di mantenere elevata la fiducia economica nel prossimo futuro. L’incertezza si sta diffondendo rapidamente e globalmente anche a livello di popolazione che teme di perdere il lavoro. Per esempio in Italia un sondaggio rileva che in due settimane tale ansia sia cresciuta fino ad oltre il 51%. Ciò anticipa una domanda di misure illimitate di salvataggio mentre le istituzioni ne varano e promettono di ampie, ma limitate, e ciò contribuisce a creare un gap di fiducia. Per colmarlo servono garanzie senza limiti. Infatti, negli ultimi due giorni è osservabile una crescente consapevolezza globale di questo requisito ed è probabile che la terapia economica aumenti la sua intensità e capacità di rassicurazione. Così come stanno aumentando gli sforzi e i finanziamenti per cure mediche e l’accelerazione per un vaccino contro il virus. Pertanto, possiamo aspettarci che entro qualche settimana l’incertezza verrà bilanciata da misure calibrate sul caso peggiore. Ma c’è un problema nell’Eurozona. Per dare fiducia gli Stati devono fornire liquidità facendo debito. Lo statuto della Bce non le permette di garantire i debiti nazionali acquistandoli, pur concedendo una capacità limitata e indiretta di farlo in condizioni di deflazione. Pertanto nazioni già super-indebitate come l’Italia rischiano di dover limitare le misure anticrisi per non destabilizzare il debito, problema segnalato dall’aumento dello “spread”. Infatti il governo ha stanziato solo 25 miliardi, la Germania ha annunciato 550 miliardi di garanzie e oltre qualora servisse. E’ evidente la priorità di riconfigurare la Bce come prestatore illimitato di ultima istanza, questo il punto.