E’ notevole la quantità di risorse nel bilancio Ue 2021-27 sia dedicate direttamente sia utilizzabili indirettamente per la “Space Economy”: 16 miliardi per programmi spaziali; 13 per l’industria militare di cui una parte, probabilmente, per progetti eso; dai 100 ai 120 per Orizzonte Europa, successore del programma di ricerca e innovazione Horizon 2020. A cui vanno aggiunti i bilanci delle agenzie spaziali e dei progetti militari nazionali. Nel 2021, poi, nascerà un’agenzia Ue per i programmi spaziali (Eu-Spa) che si affiancherà all’attuale European Space Agency (Esa) alla quale partecipano anche nazioni non parte dell’Ue e che quindi non può essere il soggetto Ue titolato a gestire i denari allocati dall’Ue stessa. Ciò sarà più chiaro dopo la 12° Conferenza dell’Ue sullo spazio, nel gennaio 2020. Ma già ora è evidente che l’Ue sia orientata a prendere un ruolo primario sul piano globale nei programmi spaziali, ri-dinamizzati dalla competizione geopolitica tra America e Cina e sua proiezione eso. Riuscirà l’industria italiana a prendere posizione di vantaggio in tale scenario?
L’Italia è il terzo contributore al bilancio Ue e, in teoria, dovrebbe poter riportare in forma di investimenti sulla propria industria residente, pur in programmi eurocollaborativi, tanto quanto versa al bilancio Ue. Da un lato, si osserva una postura franco-tedesca di esclusione dell’Italia da programmi industriali. Dall’altro, in quelli dove il finanziamento è dell’Ue tale compressione è contrastabile. Tuttavia, l’Italia – nel passato 3° potenza spaziale mondiale e ora 6° - ha una posizione debole sia per difetto politico sia perché la grande industria satellitare è in mani francesi e il suo potenziale eso è distribuito in una miriade di, per altro ottime, piccole imprese. Ma c’è una buona notizia. Si è formato rapidamente un comitato parlamentare multipartitico per lo spazio, molto attivo. Le politiche spaziali hanno possibilità di sintesi grazie ad una delega specifica a livello di governo. Inoltre, la Difesa – punto chiave - ha sistematizzato sotto un’unica direzione tutte le funzioni utili alla sicurezza aereospaziale fino all’orbita bassa, azione che precorre la creazione di un Comando spaziale italiano nonché la sua espansione eso. Il recente accordo tra Agenzia spaziale nazionale (Asi) e Nasa, infine, per collaborazioni nella missione lunare Artemis fa intendere che l’Italia, in caso di compressioni europee, ha alternative. A tutto ciò dovrebbe corrispondere più attenzione dei fondi di private equity e venture capital al boom dell’esosettore e dintorni.