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Carlo Pelanda: 2019-8-23Milano Finanza e Italia Oggi

2019-8-23

23/8/2019

Da Lisbona a Vladivostok, ma via Anchorage e Tokyo

Sia Trump sia Macron hanno recentemente dichiarato che la Russia dovrebbe essere riammessa nel G7 + 1. Mosca ha mostrato disponibilità. Se ciò avvenisse, lo scenario globale cambierebbe sostanzialmente.

Per l’America ingaggiata in una strategia di contrasto dell’espansione cinese è evidente che una convergenza con la Russia, pur non in forma di alleanza, completerebbe il geo-accerchiamento della Cina. Inoltre porterebbe a una bipartizione dell’Artico, ora climaticamente più praticabile, e delle sue enormi risorse, lasciando poco spazio ad altri e creando un duopolio post Opec capace di fissare i prezzi del petrolio. Tale prospettiva, nel breve, potrebbe avere una catena di effetti politici per chiudere il conflitto arabo-israeliano, depotenziando l’Iran, che è uno dei possibili “colpi di scena” ideati da Trump per la sua rielezione nel novembre 2020. Sull’altro lato, Mosca avrebbe enormi vantaggi. Otterrebbe il riconoscimento di secondo potere globale – perseguito da Putin fin dal 2000 - liberandosi dalla dipendenza economica dalla Cina ed una nuova posizione di luogo finanziariamente sicuro per attrarre capitali di investimento utili allo sfruttamento delle enormi risorse della Siberia. Soprattutto, nel breve, potrebbe ottenere l’eliminazione delle sanzioni che stanno contribuendo alla crisi economica interna, motivo di crescente preoccupazione per la continuità del potere di Putin. Per ambedue è poi importante la convergenza su due temi: premere sulla Cina affinché accetti negoziati sulla limitazione di armi nucleari, motivo per cui i precedenti trattati solo bilaterali sono stati cancellati, nonché collaborare sui progetti spaziali per limitare il potenziale cinese ed imbrigliare quello europeo. Ovviamente la Nato non potrebbe più avere una missione prevalentemente anti-russa e dovrebbe darsene una nuova o perdere significato. Francia e Germania, nonché Londra, resterebbero compresse da un accordo russo-americano. Infatti Macron sta tentando di infilarsi tra i due per prendere spazio, ma accennando a un’Eurasia settentrionale da Lisbona a Vladivostok post atlantica che divenga interlocutore alla pari con la Cina. Forse la Francia non vede le condizioni di debolezza proprie e dell’Ue e sottovaluta che la formazione di una Nova Pax che crei una regione di sovranità convergenti e mercato integrato da Lisbona a Vladivostok, ma passando dalla prima via Anchorage e Tokyo alla seconda, rafforzerebbe, invece, gli europei occidentali nonché la stabilità globale, tema che Roma, pur nell’incertezza politica contingente, dovrebbe marcare nel G7 di Biarritz

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