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Carlo A. Pelanda
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Carlo Pelanda: 2019-8-9Milano Finanza e Italia Oggi

2019-8-9

9/8/2019

La soluzione del leviatano intelligente al conflitto sino-americano

Paolo Savona ha indicato la giusta soluzione per evitare la destabilizzazione del mercato globale: creare un tavolo che limiti le guerre commerciali. Ma quale potrà riuscirci?

In quello bilaterale sino-americano Washington ha una posizione durissima perché teme la sostituzione del suo potere globale con quello cinese e vuole annullarlo prima che si consolidi. Tale postura di guerra ha un ampio consenso interno perché la narrazione di una Cina che ha tradito la fiducia concessa dall’America trova riscontri fattuali nelle relazioni dell’intelligence, degli uffici studi del Congresso, ecc. In sintesi, l’America si sente imbrogliata e derubata, senza differenze a destra e sinistra, e sta reagendo come se avesse subito una seconda Pearl Harbour. Ciò fa prevedere che su questo tavolo il massimo che si può ottenere sono tregue, ma nella continuazione di una frizione che non riuscirà a ripristinare la fiducia nel mercato globale. Un tavolo di mediazione guidata dall’Ue entro il G20 o in formato G3? Non sarebbe accettato dall’America. Cosa resta? Aspettare il secondo mandato di Trump o la sua sostituzione nel 2020, tattica che Pechino sembra perseguire? Attendere che i danni della guerra economica siano tali per tutti da costringerli a compromessi stabilizzanti? Sono non-soluzioni. Altro? L’America è aggressiva e rivendicativa perché si sente isolata e attaccata e perché Trump amplifica questa immagine come strumento di consenso. Pertanto la priorità è rassicurarla per calmarla. Un modo – che Berlino, Roma e Tokyo avrebbero interesse a forzare contro una Francia di traverso, includendo Londra - è ripristinare l’alleanza G7 accettando il riequilibrio commerciale e la convergenza militare richiesti da Washington, cioè permettendo a Trump di celebrare un’alleanza tra democrazie più grande della Cina, con standard di mercato integrato che forzerebbero Pechino ad aderirvi per mantenerne l’accesso. Ma con regole non destabilizzanti che permetterebbero alla Cina di sopravvivere. Infatti il problema è anche quello di un prestatore di ultima istanza grande abbastanza per gestire l’impatto globale di un’eventuale implosione della Cina. Meglio evitarla e comunque far svolgere al G7 (allargato) tale funzione. In conclusione, il tavolo è certamente quello del G7 dove il punto chiave è la creazione di un Leviatano intelligente che rassicuri, ma anche contenga, l’America, instaurando relazioni decenti, pur dissuasive e limitative, con la Cina, senza soffocarla. Tale soluzione darebbe al mercato mondiale un pilastro solido di fiducia. Cercasi un nuovo Metternich.             

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