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Carlo Pelanda: 2019-6-28Milano Finanza e Italia Oggi

2019-6-28

28/6/2019

La competizione tra America e Cina traina l’esomercato

Esoeconomia. Da decenni è spinta da spesa pubblica accesa da governi in competizione per il dominio dello spazio in forma di programmi scientifici/esplorativi, ma in realtà militari o militarizzabili. Per inciso, tale dinamica è ben descritta e concettualizzata nel recente libro di Marcello Spagnulo Geopolitica dell’esplorazione spaziale (Rubbettino, 2019). Ora lo scenario in materia mostra un’impennata degli investimenti in esosuperiorità da parte di America e Cina, considerando che la Russia spende molto per restare un’esopotenza, pur terza. Inoltre, l’esito di qualsiasi battaglia sul pianeta dipende dalla capacità di “vederla” e gestirla dall’orbita, fatto che sta sollecitando i programmi spaziali anche di medie potenze. Nella Nato circolano da mesi riflessioni sulla creazione di un programma spaziale dell’alleanza. Il punto: visto il probabile incremento della domanda di capacità spaziali da parte dei governi e considerando il notevole potenziale industriale italiano nel settore, questo è il momento giusto per impostare un’esostrategia nazionale.

 In quale perimetro geopolitico? Ovviamente in quello Nato, ma questo è diviso tra programmi europei e statunitensi. L’industria italiana ha operazioni sia con l’Agenzia spaziale europea (Esa) a dominanza francese, nonché collaborazioni per i satelliti militari con Parigi, ma anche qualcosa con Nasa e Pentagono, in una situazione dove la Francia punta ad un sistema di difesa, in generale, e spaziale, in particolare, europeo autonomo e l’America non vuole estranei nei suoi programmi più futurizzanti. Un calcolo economico mostra chiaramente che se i programmi spaziali restassero frammentati, nessuno di questi potrebbe sperare nell’esosuperiorità mentre questa è raggiungibile se Nasa, Esa (e Giappone) convergessero su programmi “civili” convertibili in strumenti militari. Tale grande scala e alleanza favorirebbe l’offerta italiana, per lo più fatta di componenti (robotica, moduli, comunicazioni, microsatelliti, optronica, esoalimenti, ecc.). Per esempio: progetto Marte anche come insediamento di basi nello spazio profondo da cui controllare “da dietro” l’orbita terrestre; (eso)cantieri in orbita lunare dove costruire grandi esohabitat/astronavi, forse prendendo i metalli da asteroridi (progetto giapponese), ecc. Per i programmi strettamente militari, invece, per l’Italia sarebbe più conveniente associarsi a quelli statunitensi perché più tecnoevoluti di quelli europei. Questa è una prima bozza di riflessioni per il nuovo e lodevole gruppo interpartitico del Parlamento italiano dedicato alle esopolitiche.    

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