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Carlo A. Pelanda
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Carlo Pelanda: 2019-3-29Milano Finanza e Italia Oggi

2019-3-29

29/3/2019

Il welfare dissipativo e non l’incertezza causa la stagnazione europea

Gli scenari mostrano una tendenza stagnante/recessiva dell’Eurozona imputandola, per lo più, all’incertezza (geo)politica che limita investimenti ed export. Ma quasi nessuno, ed è sconcertante, indaga i problemi depressivi del modello statalista adottato dalle principali nazioni europee: eccesso di intervento distorsivo dello Stato, regolazione bloccante, enormi burocrazie e soluzioni assistenzialiste finanziate con eccessi di drenaggio fiscale ed indebitamenti impiegati in modi improduttivi. Francia, Germania e Italia dai primi anni ‘90 finanziano le garanzie con debito e negli ultimi 25 anni le loro economie sono cresciute in media circa la metà di quella statunitense più liberalizzata. L’incertezza contingente ovviamente è rilevante, ma il problema principale è strutturale. Da decenni la crescita stagnante dei mercati interni delle nazioni dette viene bilanciata dal surplus commerciale, molto in Germania, meno in Italia e ancor meno in Francia che, per minore capacità di export, da tempo deve ricorrere ad un deficit annuale di bilancio oltre soglia. Il calo dell’export con conseguenze recessive e stagnanti mostra, semplicemente, che la crescita dei mercati interni è bloccata da fattori limitativi generati dal modello. Pertanto il problema non è tanto la Brexit, la minore disponibilità dell’America a importare senza reciprocità, il calo della domanda in Cina, ecc., ma il fatto che il mercato interno europeo non è configurato per favorire una libera economia capitalistica e che mostra i difetti dei modelli socialisti causa della loro implosione. Tale segnalazione è attuale perché Francia, Italia e Germania stanno aumentando il tasso di statalismo e assistenzialismo, incrementando il rischio di tenuta prospettica dell’euro perché Francia ed Italia tendono ad espandere l’indebitamento improduttivo e forse anche la Germania. La ripresa dell’export, probabile, potrà attutire il problema nel medio termine, ma questo peggiorerà nel lungo  a causa del modello inefficiente che è il sottostante dell’euro. Chi scrive, da sempre critica le norme gabbia dell’Eurozona, ma ora ne preferisce l’architettura ordoliberista e il conseguente obbligo all’efficienza perché rischio minore della degenerazione statalista. Ed invita a rivalutare la combinazione tra ordine finanziario e liberismo economico, ma innovandola per tradurla in nuova offerta politica, ricerca che implica più investimenti sulla qualificazione degli individui per renderli capaci di frequentare un mercato concorrenziale ed avere meno bisogno di assistenza: welfare di investimento.

(c) 2019 Carlo Pelanda
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