Chi scrive adotta per la ricerca in materia di scenari due metodi minoritari nelle scienze economiche e politiche, per la difficoltà di standardizzarli, ma che ritiene superiori perché fanno vedere possibilità che le altre metodiche lasciano in ombra: la rappresentazione sistemica di un sistema sociale come ciclo del capitale basato sulle sue trasfigurazioni qualitative e il probabilismo soggettivista (De Finetti), integrate ambedue da una variante di Teoria della vulnerabilità elaborata dallo scrivente. L’applicazione di questi strumenti analitici ad una ricerca sullo scenario europeo (2040) fa ipotizzare che l’Italia possa diventare a date condizioni la nazione economicamente più forte della regione mentre l’analisi standard (proiezioni lineari) la colloca in posizione declinante o stagnante. L’ipotesi – facendo riferimento al modello di Wallerstein – è un ritorno alla centralità economica del Centro-Nord italiano nel sistema europeo dopo secoli (dagli inizi del 1500) di sua periferizzazione. Cosa regge tale ipotesi? Si rappresenti un territorio come un ciclo a forma di cerchio su cui passa continuamente il capitale trasfigurato in varie forme o “stazioni” sul cerchio stesso. Semplificando, il capitale politico si trasfigura in sociale, umano, finanziario, e poi nuovamente in politico, ecc. Tutte le forme del capitale interagiscono con le altre e possono essere misurate, via supersintesi, in denaro. L’Italia ha un capitale sociale enorme, ma uno politico minimo. E ciò toglie effetti al potenziale sociale. Germania e Francia mostrano una situazione inversa dove il robusto capitale politico compensa una minore vitalità del sistema sociale. Aggiungendo l’analisi di vulnerabilità sistemica emerge una probabilità più elevata dell’Italia, in relazione a Francia e Germania, di adattarsi ai cambiamenti grazie alla sua forza “in basso”, cioè della dinamicità del suo capitale umano-sociale. Riportando tale analisi a quella strategica, con lo scopo di capire a quali condizioni l’Italia potrebbe realizzare il proprio potenziale, si trova che la stazione del capitale politico (governabilità) dissipa una grande quantità del capitale nazionale stesso. Pertanto, in Italia bisognerebbe riparare “solo” le istituzioni, mentre in Francia e Germania sarebbe necessario riparare l’intera società, evidentemente compito più difficile e lungo. Tali considerazioni portano a vedere l’Italia come area di maggiori profitti finanziari nel futuro alla condizione di trovare un modo per rendere verticale il potere esecutivo, ora orizzontale e dissipativo.