La rilevanza passiva dell’Italia è stata misurabile nei giorni scorsi quando Germania, Stati Uniti e Cina, nonché la Bce ed altri, sono intervenuti riservatamente sugli attori finanziari principali per bloccarne la crisi di affidabilità a seguito del nuovo 8 settembre. Tale mobilitazione è dovuta al timore che un avvitamento della crisi italiana inneschi una crisi finanziaria globale. Nel 2011 ci fu una situazione simile. Merkel e Obama temevano che una possibile crisi globale accesa per insolvenza del debito italiano avrebbe compromesso le chance elettorali del primo nel 2012 e quelle della seconda nel 2013. Agirono congiuntamente per sostituire il governo italiano e la prima sostenne riservatamente l’azione di Draghi per garantire il debito italiano. In quell’occasione i poteri globali delegarono alla Germania il controllo dell’Italia. Oggi il Quirinale non mostra la capacità di realizzare le istruzioni ordinative esterne come accadde nel 2011. Per tale motivo Berlino ha dovuto chiedere aiuto agli altri poteri per tamponare la crisi. Questo è stato ottenuto, con l’eccezione di Londra, ma è temporaneo. Ora Berlino farà più fatica a governare dall’esterno l’Italia sia per le condizioni politiche interne sia perché lo strumento condizionante del rigore ha mostrato di non funzionare. Inoltre, la Francia ha da tempo, e ora di più, il disegno di allineare l’Italia per bilanciare il potere tedesco e sta interferendo. Dopo le elezioni parlamentari di novembre Washington potrebbe essere tentata di usare il disordine italiano per indebolire, o peggio, il blocco europeo che si sta riassicurando con la Russia. In sintesi, Berlino deve trovare una buona idea per evitare che l’Italia venga utilizzata per destabilizzare la sua area di influenza regionale. I centri strategici tedeschi governativi stanno valutando l’idea di accordarsi con i partiti “non euroconformisti”, definendo soluzioni che permettano all’Italia una posizione più comoda nell’euro. A tale ricerca tedesca dovrebbe corrispondere un’analoga riflessione e consultazione riservata da parte dei partiti italiani prevalenti per evitare che l’Italia sia percepita come una mina globale o usata come tale. Per esempio: ingegnerizzare una cartolarizzazione del patrimonio pubblico italiano per ridurre il debito sostenuta da eurogaranzia, per recuperare la fiducia del mercato, e istituire l’elezione diretta del potere esecutivo per recuperare reputazione nel mondo attraverso una governabilità forte. Paolo Savona sarebbe la miglior figura tecnica per negoziare la prima azione o istruire chi la tentasse.