L’influenza della Lega nell’eventuale prossimo governo tenderà a modificare le relazioni tra Italia ed Ue. Ma sarebbe irrealistico pensare che ciò comporti strappi uscitisti o violazioni sostanziali dell’ordine economico. E’ più probabile, infatti, che la Lega persegua l’idea di un’Italia che tuteli con più forza negoziale i propri interessi nazionali entro l’Ue e l’Eurozona. Si può anche ipotizzare che la Lega prenda più forza nel gruppo dei nazionalisti europei e ne moderi – perché portatrice di interessi pragmatici di un elettorato dove prevale il ceto produttivo - i toni apocalittici, proponendo un Europa delle “sovranità convergenti” al posto di quella delle “sovranità condivise”. Tale posizione, per altro, sarebbe compatibile con quella sostanziale della Germania – che non vuole un’Ue confederale – e delle nazioni nordiche. E’ difficile ora scenarizzare la rinazionalizzazione del sistema europeo e il suo adeguamento ai requisiti unionisti della moneta unica, ma si può ipotizzare che l’influenza della Lega sul lato nazionalista aumenti la probabilità di soluzioni integrative e non distruttive: meno di un’Unione, ma più di un’alleanza. In sintesi, diversamente dal percepito, la Lega appare più un potenziale integratore di un’Europa comunque in via di ri-nazionalizzazione che un distruttore. Sul piano dell’alleanza atlantica la Lega è vista da molti osservatori come un attore disgregante a causa delle posizioni filorusse. In realtà queste non sono antiamericane, ma sono dovute all’idea che Occidente e Russia dovrebbero convergere. E se c’è da scegliere tra i due? Una Lega governativa non esiterebbe a scegliere l’atlantismo pur marcando il requisito di non rottura con Mosca. In generale, il partito a cui la Lega assomiglia di più è la corrente Trump dei repubblicani. Infatti la Lega avrà un problema di convergenza con il M5S. Questo sembra influenzato da attori americani anti-Trump e da una Londra non-trumpiana, mentre la Lega è più in sintonia con Trump stesso e non è preferita dal Quirinale. Ciò potrebbe rendere confusa la posizione italiana in materie delicate di politica estera e militare. Lo potremo valutare solo nel seguito. Per il momento il mercato non dovrebbe preoccuparsi dell’eventuale influenza della Lega, a condizione che ammorbidisca il protezionismo a favore di trattati commerciali Ue che favoriscano l’export italiano, perché sotto le parole spesso destabilizzanti c’è una sostanza stabilizzante.