Le visite disgiunte di Macron e Merkel a Trump avranno effetti che è utile valutare in riferimento agli interessi italiani. Macron ha offerto a Trump il riconoscimento di credibile interlocutore politico – di cui il secondo ha estremo bisogno – chiedendo in cambio un ruolo proconsolare nel Mediterraneo e dintorni ed una relazione privilegiata. Questa mossa di Parigi punta a ridare importanza al potere delle armi (e del nucleare) su quello economico, dove la Germania è favorita, che è stato il concetto strategico originario di De Gaulle (1963) per impostare il primato della Francia nella diarchia franco-tedesca. Washington vede bene anche un’estensione del ruolo proconsolare francese nella questione iraniana perché questo non sarebbe di mediazione, come è al momento la posizione dell’Ue e tedesca, ma di potenziamento della dissuasione contro l’Iran stesso, data la proposta di aggiungere al trattato di non proliferazione dei capitoli restrittivi, in particolare il divieto di costruire (cioè comprare dalla Corea del Nord) missili balistici a lungo raggio. Ma Berlino non si farà impressionare dalla collaborazione franco-americana perché sa che Washington continuerà a ritenere prioritario condizionare la Germania per evitare che l’Ue converga verso il blocco eurasiatico, eventualità che trasformerebbe l’impero americano in un piccolo regno, e che la Francia ha sulla Germania solo l’influenza che Berlino vuole concederle, non di più. I comunicati ufficiali non rappresenteranno quello che veramente si diranno Merkel e Trump, in sostanza esibizioni di carota e bastone reciproci. Tuttavia, si può ipotizzare un compromesso segreto: minori relazioni dell’Ue con Cina e Russia in cambio della riapertura di un accordo commerciale euroamericano, fatto che permetterebbe a Trump un vantaggio dissuasivo nei compromessi con Russia e Cina. L’interesse italiano è che Ue ed America riconvergano, ottenendo che la prima possa continuare a siglare accordi di libero scambio con decine di altre nazioni, l’ultima è il Messico, senza ritorsioni limitative. Pertanto, che Merkel e Macron, pur disgiuntamente e in competizione tra loro, riescano a rassicurare l’America, all’Italia va bene. La concorrenza tra Parigi e Berlino va anche bene all’Italia perché Macron la vuole conquistare e Merkel vuole impedirglielo, dando a Roma lo status favorevole di corteggiata. Resta il problema di evitare l’asservimento dell’industria militare italiana a quella francese, in potenziamento. Va considerata una convergenza con quella tedesca, piccolina, che ha lo stesso problema.