Per l’Italia è un problema aderire alla decisione stimolata da Regno Unito, Francia e Germania - preceduta da una dichiarazione con gli Stati Uniti di condanna della Russia per l’attentato alla sua ex spia, che poi ha cambiato campo, Sergei Skripal e alla figlia Yulia - di ritirare l’ambasciatore dell’Ue a Mosca. Roma è leale all’alleanza occidentale ed europea, spesso anche contro i propri interessi. Tuttavia, ha anche l’interesse a mantenere buone relazioni con Mosca per motivi sia di vantaggio economico sia di collaborazione e/o minimizzazione delle tensioni nei teatri balcanico e, in generale, del Mediterraneo. Quando l’aggressività russa in Ucraina ha meritato una reazione limitativa e sanzionatoria da parte dell’alleanza occidentale, l’Italia vi ha aderito pur pagando un prezzo pesante sul piano economico. Ma partecipare, ora, ad una frizione crescente con la Russia, con rischi gravi è, appunto, un problema. Lo sarebbe di meno se tali motivi fossero chiari, ma questi non lo sono. Il punto: se c’è un motivo che giustifica una nemicizzazione così forte della Russia, allora l’Italia ne prenderà atto e convergerà con gli alleati sacrificando l’interesse nazionale. Ma se non c’è, oppure l’Italia non è inclusa nella vera azione strategica in atto, allora Roma non potrà non tenerne conto.
Forse Londra ha comunicato a Roma questi motivi in forme segrete. Ma se si trattasse di una esecuzione di una spia che ha tradito, come dissuasione per altre, o della figlia Yulia che si è messa ambiguamente sul mercato spionistico, allora la reazione occidentale non sarebbe proporzionale. Può darsi che Londra si sia veramente infuriata per l’uso di un gas nervino al quale sono stati forse esposte 131 persone nell’area di Salisbury, nel Wiltshire. Ma la non evidenza di danni e la non certezza su chi abbia eseguito l’attacco – quel gas nervino è comprabile da privati o da corpi parastatali che agiscono in proprio, vista la corruzione diffusa in Russia - avrebbe consigliato comunque una reazione o riservata o preceduta da un’azione di accertamento dei fatti. Invece Londra ha detto subito che era un atto dei servizi segreti russi, inserendo un contradditorio “probabilmente”, e che tale atto era equiparabile ad un attacco di massima intensità contro la sicurezza nazionale che giustifica una reazione di altrettanto massima intensità. La cosa è fumosa e puzza rendendo inevitabile chiedersi se ci sia altro sotto.
Ipotesi di fanta-geopolitica. Londra ha certamente bisogno di una qualche scusa per apparire sullo stesso tavolo con Francia, Germania e Stati Uniti per usare tale convergenza a favore della trattiva Brexit e il caso Skrypal è una possibile scusa. Oppure May, comprendendo che la strategia di Trump “prima ti impongo dazi e poi ti esento se fai il bravo” non punta tanto al riequilibrio commerciale con gli europei quanto al loro riallineamento geopolitico all’America in funzione dell’azione di contenimento di Cina e Russia, ha colto l’occasione per mettere in primo piano Londra e mostrare all’America di essere ancora nazione chiave. E Germania e Francia avrebbero aderito per mostrare lealtà all’America in cambio dell’esenzione dei dazi. Queste ipotesi sono verosimili, anche se in realtà America e Russia si stanno preparando per negoziati bilaterali riservati, ma è difficile dire se una di queste o altre siano il motivo. E’ più facile rilevare che qualunque sia la vera azione dell’alleanza in atto, l’Italia ne è esclusa. Qualcuno potrebbe dire che, alla fine, tale marginalità voluta dal governo Gentiloni dichiarando lealtà all’Occidente, ma raccomandando prudenza e mettendosi “schiscio”, è utile all’Italia perché le permette di evitare frizioni sia con gli alleati sia con la Russia. Questo, però, è un modo di pensare debole che mantiene debole la nazione: gli alleati se ne fregano dell’Italia perché si accoda comunque e la Russia, vedendo che conta poco, non negozierà seriamente con Roma quando sarà il momento di farlo, ma con le altre capitali. Con i governi che l’Italia ha avuto finora, tale posizione di irrilevanza era inevitabile. Ma il nuovo Parlamento mostra maggiore sensibilità al pensiero forte e all’interesse nazionale. Per tale motivo raccomando che, in materia, si levino voci che chiedano agli alleati di precisare i motivi dell’escalation anti-russa, così intendendo che se Roma non è inclusa nella definizione di tali posizioni allora si sente libera di, eventualmente, divergere. Anche perché, oltre a Washington, Parigi e Berlino stanno negoziando riservatamente con Mosca, motivo della reazione al momento tranquilla da parte di Putin, diluendo il segnale di rottura diplomatica. Poiché prevalgono gli interessi nazionali, inizi anche l’Italia a comportarsi come una nazione forte: sempre leale all’alleanza occidentale ed europea, ma senza farsi fregare.