Quale scopo ha il Partenariato transpacifico per il commercio (Tpp) dopo il suo abbandono da parte di Washington? Tokyo ha voluto farlo partire comunque tra 11 nazioni perché, insieme al trattato di libero scambio in perfezionamento con l’Ue, fa parte di una strategia il cui obiettivo è trattare con l’America da una posizione di forza: gli alleati possono fare a meno dell’America e quindi è più conveniente per l’America stessa ri-convergere. Messico e Canada – che per gli stessi motivi del Giappone ha accelerato il trattato doganale con l’Ue (Ceta) “mollando” molto per ottenerlo - hanno aderito alla nuova versione del Ttp anche per dare un segnale nei difficili negoziati ora in corso per la revisione del Nafta, voluta da Trump, con gli Stati Uniti: siamo del tutto cooperativi, ma se l’America esagera nell’imposizione di condizioni penalizzanti abbiamo l’alternativa del nuovo Tpp e dell’aggancio con l’Europa. Tale strategia, anche perché di fatto avallata da Australia, Nuova Zelanda, Cile, Perù, Vietnam, ecc., nonché dall’Ue stessa pur passivamente, sta avendo qualche effetto. Per esempio, Trump ha annunciato dazi in materie minori per mostrare che mantiene le promesse protezioniste ai suoi elettori, ma senza voler produrre shock sistemici. Probabilmente si sta indebolendo la sua convinzione di poter fare quello che vuole perché controlla l’accesso al più capitalizzato mercato del pianeta. Tuttavia, il fattore principale che muove lo scenario è la posizione dell’Ue. Al momento mostra la disponibilità a siglare accordi di libero scambio con molte democrazie ed è proprio questa postura che ha sollecitato Giappone e Canada a prendere una posizione dissuasiva/alternativa nei confronti dell’America. Tale centralità dell’Ue come potere alternativo all’America potrebbe portare sia a una reazione violenta da parte dell’America stessa a conduzione Trump contro l’export europeo, per esempio sparandole dazi in molteplici settori, sia a una ri-convergenza per l’evidenza di uno svantaggio per ambedue in caso di conflitto geoeconomico. Questo, infatti, comporterebbe l’interesse della Germania a formare un blocco euroasiatico con la Russia, pur non con la Cina, Tokyo, Canada, Messico come partner, Australia a metà, considerando la buona relazione tra Russia e India, nonché Vietnam, in funzione anticinese. Tale scenario ipotetico, ma non fantasioso dopo la mossa del Giappone, forse riservatamente sostenuta da Mosca, dovrebbe convincere l’America a riconvergere con l’Ue. Ma dovrebbe essere l’Ue a proporlo perché l’America è in una fase di stordimento.