Il disordine dell’Amministrazione Trump dipende dal processo di “ingabbiamento” di questo anomalo presidente da parte della burocrazia imperiale statunitense, o deep state, in buon accordo con le élite del sistema. Il fatto che Trump dica parole estreme non seguite da fatti è il sintomo più evidente di tale progressivo condizionamento, come un leone in gabbia che può solo ruggire. Meno evidente è il trasferimento del potere decisionale dalla stanza ovale ad altri luoghi dove la mediazione dei tecnici fra Trump e l’azione esecutiva tenta di mantenere su un binario razionale la politica estera statunitense. Potrebbe essere un gioco delle parti: Trump spaventa per rinforzare l’azione diplomatica con una forte dissuasione utile a ottenere il risultato voluto. Ma è più probabile sia un adattamento a una situazione dove il condizionamento del presidente non può essere totale e che quindi si limiti ai fatti non potendo controllare le parole. I fatti: la burocrazia imperiale sta cercando di evitare guai irreparabili agli interessi statunitensi a causa della stranezza di Trump. Segue la linea del presidente sul tema del riequilibrio delle relazioni commerciali e di un maggior contributo degli alleati alle spese per la sicurezza perché interesse nazionale statunitense oggettivo, ma in sede di esecuzione la attutisce per non renderla controproducente, a parte la vendita di armi che è massimizzata per interesse a sostenere la scala e la superiorità dell’industria tecnologica statunitense. Da un lato, tale conduzione contrastata dell’America non rende probabili scossoni destabilizzanti del mercato globale nel breve termine. Dall’altro, inibisce l’attivismo esterno statunitense, indebolendo l’alleanza tra democrazie centrata sull’America e riduce quello interno in un momento di necessarie riforme stimolative per ripristinare il capitalismo di massa. Per rendere più incisivo il condizionamento e ridare attivismo razionale all’America, come successo nel caso di Obama dal 2013 dopo i disastri del suo primo mandato, la burocrazia imperiale avrebbe bisogno di un sostegno maggiore da parte del Partito repubblicano che detiene la maggioranza nel Congresso. Questo però teme che una pressione condizionante esplicita su Trump porti la destra protezionista a formare un nuovo partito, mettendo i repubblicani in crisi strutturale, e per questo sta cercando una demonizzazione personale per rimuoverlo o un motivo fortissimo di ricatto per costringerlo a calmarsi. Tale azione appare in atto, ma è lenta. Trump, tuttavia, per errore suo o indotto la sta accelerando.