La competizione per la tecnosuperiorità militare sta accelerando. La Cina sta superando gli Stati Uniti in alcuni settori, tra cui quello cruciale dei computer quantici da cui sono derivabili supercervelli artificiali inseribili in qualsiasi arma. Ciò apre uno scenario realistico e non più “fanta” di guerra via strumenti robotizzati aerospaziali, terrestri, (sotto)marini, macro, micro, “nano” e “biocibernetici”. La Russia è anche in corsa e Putin ha recentemente voluto farlo sapere. Tale scenario era già stato aperto dagli Stati Uniti fin dagli anni ’80, ma recentemente gli sviluppi del suo arsenale sono stati rallentati dall’allocazione della spesa militare più per operazioni che per investimenti. L’Europa, Regno Unito a parte, è molto indietro. Il settore è uno dei più segreti, ma ciò che filtra permette ipotesi preliminari. Le nazioni del capitalismo autoritario, Cina e Russia, mostrano di essere più rapide nel riarmo di nuova generazione di quelle del capitalismo democratico. L’America ancora mantiene il dominio costruito nel passato, ma lo sta perdendo velocemente. Appare confermata la strategia cinese di difendere la continuità dominante del Partito comunista attraverso il conseguimento della superiorità militare assoluta, obiettivo che potrebbe raggiungere dal 2035 in poi. Ma ci sono anche segnali che l’America vorrà reagire. La scenaristica civile, interessata alla stabilità prospettica del mercato globale, teme che una potenza imperiale ottenga una superiorità eccessiva nel settore degli armamenti selettivi di nuova generazione, costringendo l’altra a minacciare/usare più tradizionali mezzi di distruzione di massa, o destabilizzazioni preventive via guerra economica, per bilanciare il gap. Forse E. Musk pensava a questo quando ha dichiarato che le nuove tecnologie causeranno un nuovo conflitto mondiale. Pertanto sarebbe stabilizzante la capacità delle democrazie di pareggiare il potere dei regimi autoritari sul piano delle nuove tecnologie. In particolare, sarà importante il controllo dell’orbita che si ottiene non con capacità antisatellite da terra, ma con “esoportaerei spaziali” con raggio l’intera sistema solare. In questa logica appare necessaria l’integrazione delle difese americana ed europea, soprattutto, nel settore spaziale e non una separazione che lascerebbe ambedue depotenziate. Si consideri anche che le nuove tecnologie militari trovano impieghi civili più rapidamente che nel passato, e viceversa, rendendo fattore di crescita economica il riarmo competitivo. Non piace scriverlo, ma questa è la realtà.