La vittoria del centrista-riformista ed europeista Macron al primo turno delle elezioni presidenziali in Francia, e quella molto probabile al ballottaggio tra due settimane, ha dato ai mercati un forte segnale di continuità e consolidamento evolutivo dell’Eurozona. Ciò spiega il balzo delle Borse europee, del cambio dell’euro e la riduzione dei timori sulla sostenibilità prospettica dei debiti, oltre che francese, italiano. I titoli azionari delle banche italiane hanno avuto un rimbalzo notevole per la percezione del mercato che al diminuire del rischio politico nella zona euro corrisponda una maggiore stabilità prospettica dell’Italia pur penalizzata da una crescita economica insufficiente per sostenere l’enorme debito. Ciò è una buona notizia perché c’è una relazione tra rafforzamento delle banche e disponibilità di credito per famiglie e imprese. Semplificando, gli attori di mercato ritengono che la continuità dell’Eurozona implichi un effetto inclusivo e condizionante sull’Italia, limitando il suo disordine politico, che la scorsa settimana è stato sanzionato con un declassamento dell’affidabilità sistemica da parte dell’agenzia di rating (valutazione) Fitch. Inoltre, pensano che la tendenza dell’elettorato europeo a premiare offerte politiche non-apocalittiche, rilevata in Francia, Olanda e nei sondaggi per le elezioni di settembre in Germania, alla fine influenzi anche l’elettorato italiano. Se così, gli scenari finanziari si sposteranno da una valutazione di rischio elevato dell’Eurozona e dell’Italia a una di massima opportunità per gli investimenti in queste due aree perché ancora con prezzi sottovalutati. In particolare, i fondi globali ora allocati sul sistema finanziario statunitense stanno valutando uno spostamento sull’euro che potrebbe essere voluminoso se la promessa stimolativa dell’Amministrazione Trump – megadetassazione e forte deregolamentazione nel mercato americano - si rivelasse portatrice di effetti inferiori alle attese di crescita elevata. All’euforia della prima reazione di un Macron vincente seguirà una fase più riflessiva da parte del mercato al riguardo delle elezioni parlamentari in Francia, a giugno, dove è previsto un ritorno in campo dei partiti tradizionali, considerando che il movimento En marche! di Macron stesso è poco strutturato. Ciò getta un’ombra sulle reali capacità prospettiche della politica francese di rendere più efficiente un modello statalista depressivo. Ma non intacca la prospettiva di un consolidamento dell’Eurozona che favorisce la pur scossa fiducia del mercato sull’Italia.