L’Italia non è mai stata governata con un modello basato sull’interpretazione della sua specificità storica, antropologica ed economica. Il Piemonte le diede uno Stato ad imitazione di quello francese. Dopo il 1945 si scontrarono tre modelli, cattolico, americanista e sovietico importati dall’esterno. Nel 1861 fu costruito uno Stato senza nazione. Ma il formarsi di una nazione non trovò mai uno Stato che le desse un modello “italiano”. Fino al paradosso che il massimo di italianità fu tentato come riedizione di uno spirito romano imperiale che nulla aveva da vedere con la varietà culturale e geopolitica evoluta dal medioevo in poi. Questa difficoltà di dare uno Stato alla nazione ed una nazione allo Stato è stata un’anomalia che ancora persiste. E che a sua volta genera altre distorsioni sul piano della qualità dell’ordinamento istituzionale e dell’architettura politica del mercato. Questo libro tenta di individuare, per la prima volta nella storia patria, una formula di Stato-nazione italiano adeguato alle caratteristiche reali dell’Italia, alla sua unicità. Non si tratta di riesumazione del nazionalismo, ma di costruzione di una sistema nazionale adatto a connettersi a quello europeo e globale some soggetto forte che esporti ricchezza, sicurezza e cultura positiva producendole meglio a casa propria. E’ ora di ridisegnare l’Italia e di dare agli italiani gli strumenti per farlo.
Nota: il libro verrà usato per la campagna elettorale delle politiche del 2006, ma non conterrà alcun riferimento propagandistico diretto. Suggerirà una nuova fase costituente.
Tempi previsti: fine scrittura e consegna del testo il 20 agosto 2005.