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Carlo A. Pelanda
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Carlo Pelanda: 2003-4-1il Giornale

2003-4-1

1/4/2003

La strategia della paura

Sopra la guerra in Irak c’è ne in corso una più astratta, ma non meno importante: quella tra profezie. Le élite politiche antiamericane stanno cercando di sabotare lo sforzo alleato nella prima vincendo la seconda. Perché? Saddam è un dittatore indifendibile sul piano morale e provatamente pericoloso. Quindi, non potendolo sostenere direttamente, tentano di convincere il pubblico che la guerra sia più inaccettabile di quel regime. Come? Creando una profezia catastrofica che contrasti la promessa di liberazione e stabilizzazione conseguente alla vittoria alleata: la guerra produrrà effetti terribili. Ancor più raffinata è la tattica simbolica di demonizzazione. Vendere l’idea di un’America cattiva e fascista è difficile in base alle evidenze. Quindi concentrano la delegittimazione sull’amministrazione Bush dipingendola come una banda di guerrafondai irresponsabili e pasticcioni che porta la buona America verso il male. Il pilastro che regge tale strategia riguarda la capacità di indurre paura anche a chi non è antiamericano o antibush o filosaddam. Poiché tale gioco sta riuscendo penso che sia ora di smontarlo. Per inciso, opposizioni all’America si vedono in tutto il mondo e ciò non desta sorpresa perché si esprimono in modi tipici da decenni. Anche negli Usa l’opposizione popolare, pur minoritaria, è robusta in forma di polemica dei democratici, che hanno molta influenza sui media, contro l’amministrazione repubblicana. Normale. Ma non lo è la mobilitazione antagonista in Europa. Perché diversamente dagli altri Paesi si nota un più forte effetto delle profezie catastrofiste. Questo non è affatto normale: troppa gente ha veramente paura. Ciò fa sospettare che siano all’opera sia una dominanza del "pensiero debole" sia una "tecnica condizionante". Contrastiamole ambedue.

Perché gli antagonisti usano la tecnica del "dominio delle profezie"? Lo fanno da sempre coloro che non possono vincere sul piano dei fatti. Hitler diceva ai tedeschi scossi dai bombardamenti che la guerra sarebbe stata vinta con le armi segrete. Gli ambientalisti non possono demonizzare i benefici del progresso data la loro evidenza e quindi lo attaccano sul piano delle catastrofi future che provocherà. In sintesi, se si sta perdendo ad un livello di realtà si tenta di trovarne uno più favorevole. Se perdi sul piano della ragione passa alle emozioni. Per esempio: "pacifismo" contro "realismo". Se sei sconfitto nel presente vinci la profezia. Perché i nostri pensieri sono orientati dalla percezione del futuro. Quindi il dominio delle profezie è l’arma più potente per agire nella politica. La società riceve molte informazioni, ma molti meno codici cognitivi per dare loro un significato. E ciò rende possibile orientare il senso delle notizie dominando i "significatori". Tra questi hanno più effetto le paure – perché comunicabili in forme più semplici di emozioni - che non le rassicurazioni. Se qualcuno unisce questo dato con quello del potere direzionalizzante della profezia può costruire una strategia di terrorismo simbolico molto efficace. Appunto, il problema della guerra non è che sia giusta o ingiusta, ma che produrrà certamente catastrofi. Con il vantaggio non banale di impedire una controargomentazione razionale altrettanto efficace: chi può provare che una guerra, come qualsiasi disegno umano, sia perfettamente controllabile? Evidentemente nessuno. Infatti chi è favore dell’azione alleata, come lo sono io, valuta la credibilità di chi la conduce nel gestire in corso d’opera gli imprevisti. E la trovo buona. Ma proprio per questo gli antagonisti esaltano ogni minimo errore od infortunio per dimostrare che tale fiducia non si può dare, anzi. E spesso ci riescono, contro l’evidenza, perché il dubbio è insinuabile con una sola parola emotiva, mentre la rassicurazione ne richiede molte più oltre a non poter essere totale. Questo è il giochino in atto. Ma ha un punto di debolezza: per funzionare la gente non deve neanche immaginare che qualcuno lo faccia. Per questo spero che solo svelandolo le vostre menti mettano una barriera in più contro chi voglia istillarvi paure non giustificate dai fatti.

Ma come conquistare i cuori affinché rafforzino la mente? Troppa gente tra dittatura e democrazia preferisce la prima se l’estensione al mondo della seconda implica rischi. Sta perfino affermandosi la ridicola teoria che la democrazia non si afferma con le armi e dall’esterno. A noi come è arrivata? Ai tedeschi? Talvolta, realisticamente, la si deve portare con la "guerra giusta" quando un regime dittatoriale ha un potere soverchiante di repressione. E allora dovremmo fare la guerra a più di cento paesi al mondo? No se dimostriamo che siamo pronti a farla per far finire la tirannia. Tale dissuasione permetterebbe di usare pressioni più morbide ed incentivi perché i dittatori avrebbero la certezza di non poter sopravvivere. A questo scenario si contrappone la teoria che allora questi farebbero bombe atomiche e sosterrebbero il terrorismo? Bene, con la nostra tecnologia e azione politica non glielo lasceremo fare. Ma chi da la certezza che ci riusciremo? In effetti nessuno. E allora la scelta deve essere di cuore: coraggio contro vigliaccheria. E sento dal mio cuore che per la democrazia e per dare libertà agli altri vale la pena di combattere e morire. Questo è l’Occidente, il coraggio la sua profezia.

(c) 2003 Carlo Pelanda
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