ENGLISH VERSION


Dati personali
Pubblicazioni
Articoli
CAP TV
Interviste
Voci dei lettori

 CERCA


Carlo A. Pelanda
X  

MENU   VITA   ARTICOLI   INTERVISTE
fb Tw print

Carlo Pelanda: 1997-7-15il Giornale

1997-7-15

15/7/1997

Prodi racconta balle, l'Italia rotola giù

Qualche giorno fa Prodi annunciò la fine dell'emergenza economica, declamando con euforia: si vedono i primi segni di ripresa nell'economia reale, il risanamento dei conti pubblici é cosa fatta, si é già nell'euromoneta. Sono balle. Vi mostro perché.

Prove. La crescita del Pil nel 1997 sarà - bene che vada- attorno all'1%. Nel 1998 molti la prevedono sul 2%. E' più probabile che si assesti vicino allo 1,5%. Ma se anche arrivasse al 2%, sarebbe praticamente stagnazione. Il che vuol dire che il tasso di crescita prevedibile non solo non é in grado di riassorbire la disoccupazione esistente, ma neanche di mantenere l'occupazione che c'é. E vedrete che alla fine dell'anno i disoccupati saranno aumentati ancora. La ripresa timidamente in corso non é l'avvio di una vera "crescita". E' solo un "rimbalzino" tipico delle fasi successive ad una prolungata recessione. Permangono, infatti, i blocchi politici allo sviluppo economico: rigidità, tasse, assistenzialismo. Ma il potenziale teorico di crescita dell'Italia per il 1998, se fosse avviata la liberalizzazione del mercato del lavoro e una prima defiscalizzazione, potrebbe arrivare attorno al 4%. Se accettate questo parametro ipotetico - ed é solidamente argomentabile - la realtà é che la politica statosocialista del governo Prodi distrugge almeno la metà della crescita possibile del Paese per il prossimo futuro. Altro che euforia. E' una crescita a "meno 2" dal potenziale del Paese. E pazienza il numero, ma questo vuol dire più disoccupati e avvio di una deindustrializzazione endemica. Se usiamo parametri di valutazione più consistenti, la prestazione di Prodi é un disastro.

Il risanamento, poi, non é avvenuto in modo strutturale. Quindi si é sacrificato un potenziale di crescita, portando il Paese ad una stagnazione prolungata, solo per avere un risanamento insufficiente. Poi chi l'ha detto che risanare i conti pubblici significa dover ridurre la crescita? Lo dicono gli statosocialisti che non vogliono rinunciare all''assistenzialismo predatorio. Ma la teoria e la pratica indicano che si può benissimo risanare ed allo stesso tempo crescere (esempi: Olanda, Nuova Zelanda, Danimarca, Stati Uniti, Regno Unito, ecc.). Prodi, invece, ci ha venduto l'idea che per risanare bisognava contrarre la crescita. Ma che balle racconta costui? Inoltre il poco risanamento avvenuto é talmente lontano da quello necessario da compromettere tuttora l'accesso italiano all'euromoneta. Il debito, infatti, é cresciuto ed il suo costo annuale rende instabile la tenuta del deficit attorno al 3% del Pil. E tale instabilità é dovuta al fatto che il costo del debito é sensibile alle fluttuazioni dei tassi di interesse. Se l'euro, nel futuro, dovesse alzarli, l'Italia splafonerebbe il bilancio vincolato all'europatto di stabilità. Fino a che non si modifica questo fatto, il risanamento non sarà sostenibile nel tempo e l'Italia non potrà far parte dell'euro. Ma cosa ci racconta Prodi? Infatti é stato smentito sia dagli altri partner europei che pochi giorni fa hanno posto il problema del rapporto debito/sostenibilità del deficit come priorità, con un evidente occhio all'Itlalia, di fatto rispondendo seccamente alle bugie illusorie di Prodi. La fortuna di costui é che probabilmente l'euro non si farà nei tempi dati. Se lo si facesse, l'Italia sarebbe fuori dal primo gruppo proprio a causa della mancata soluzione del problema del debito (come più volte scritto su queste pagine). Ma allora come mai la lira é così alta? Proprio perché Fazio non crede alle balle di Prodi e tiene altissimi i tassi e, con essi, la attrattività finanziaria della lira, per difenderla. Inoltre i tedeschi stanno attuando un'evidente svalutazione competitiva, il Pil del Nordest crollato di 2/3 dall'anno scorso. Cornuti e mazziati, caro Prodi, altro che risanati e competitivi.

Sentite, quando Prodi si insediò scrisssi che manco potevamo fargli gli auguri di cortesia perché "avrebbe tentato di risanare l'economia pubblica a scapito di quella reale". Così é successo. Nell'estate del 1996 scrissi, con tanti altri colleghi, che ci sarebbe stata recessione pesante alla fine dell'anno ed all'inizio del 1997. Così é successo. Ora vi dico che se Prodi va avanti in questo modo ancora per un paio d'anni, avremo in Italia la distruzione di una grande fetta della struttura produttiva, non sostituita da nuove attività. E se questo succederà, anche il miglior governo dovrà poi risollevare le sorti economiche del Paese attuando terapie ed amputazioni d'emergenza che si tradurranno in un enorme costo sociale. Di questo ho paura. E più vedo i dati sugli investimenti industriali che non partono, sui poveri ed i disoccupati che aumentano, più temo questo scenario. E si potrebbe evitarlo cominciando le riforme giuste adesso. Credetemi.

Per questo le bugie di Prodi, oltre che immorali, sono indegne. Le usa per resistere un po' più di tempo sulla poltrona, ma al prezzo del benessere di tantissimi di voi, domani. Capitelo oggi e traetene le conseguenze.

(c) 1997 Carlo Pelanda
FB TW

(c) 1999 Carlo Pelanda
Contacts: letters@carlopelanda.com
website by: Filippo Brunelli
Privacy policies
X
La tua privacy è importante
Utilizziamo, senza il tuo consenso, SOLO cookies necessari alla elaborazione di analisi statistiche e tecnici per l'utilizzo del sito. Chiudendo il Cookie Banner, mediante il simbolo "X" o negando il consenso, continuerai a navigare in assenza di cookie di profilazione. More info

Tutti Cookie tecnici Cookie analitici di terze parti

Accetto Chudi