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Carlo A. Pelanda
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Carlo Pelanda: 2012-3-6Il Foglio

2012-3-6

6/3/2012

Perché la Bce dovrebbe capire che il silenzio è oro

C’è un’ombra nell’ottima seconda operazione di rifinanziamento, per più di 500 miliardi, del sistema bancario europeo (LTRO) attuata dalla Bce: ha annunciato che non ce ne sarà una terza. Da un lato, tale annuncio non è assoluto. Dall’altro, è stato invocato con troppa forza polemica dalla componente tedesca della Bce, contraria per l’ipotetico effetto inflazionistico e lassista. Quindi il mercato potrebbe scontare che la Bce non interverrà in caso di ulteriore bisogno. Tale eventualità è pericolosa. Infatti l’inversione della scommessa negativa sull’euro, e sull’Italia, è iniziata  quando Draghi ha mostrato al mercato che avrebbe agito come prestatore indiretto ed illimitato, per quantità e tempi, agli stati dando alle banche i soldi per comprarne i titoli di debito nonostante i trattati lo vietassero. Sarebbe razionale che la Bce mantenesse nel mercato tale convinzione. Anche perché se una Banca centrale riesce a governare la profezia nel senso voluto, sarà decrescente la probabilità di dover intervenire sul serio. Per dire, investo 30 per creare credibilmente l’attesa di salvazione allo scopo di evitare di spendere realmente 70 per tamponare un’emergenza. E le proporzioni sembrano queste. La Bce ha immesso nel mercato liquidità straordinaria  per un trilione di euro che resterà “in flusso” per un triennio, ma una stima del fabbisogno teorico di caso peggiore lo porta a 2 trilioni in più. La recessione causerà perdite nei bilanci delle banche, molte ancora piene di buchi nascosti.  Con  la complicazione che il requisito di calcolo a valore di mercato e non facciale dei titoli finanziari convertiti in capitale di riserva, in vigore da giugno, potrebbe dare brutte sorprese. Infatti nell’interbancario resta elevato il rischio di controparte anche per tale motivo. Poi non si sa bene quale sia la situazione dei sistemi bancari non-euro, ma collegati e quindi da sostenere per evitare contagi. Infine c’è il dubbio che il fondo salvastati caricato con denari governativi possa veramente avere una scala sufficiente e funzionare. Facendo le somme, nel caso peggiore di recessione pesante combinata con stress bancari multipli e ripresa della crisi di fiducia sugli eurodebiti, che ri-congelerebbe il mercato finanziario, servirebbe un gavettone di liquidità aggiuntiva sui 2 trilioni. Ma, qui la magia, se il mercato crede che la Bce sarà pronta a farlo, in caso, allora la probabilità del caso peggiore calerà di molto perché, grazie alla fiducia, il capitale “di mercato” verrà scongelato e fluirà sia nelle aste titoli sia nell’economia reale. In sintesi, il mantenimento della profezia di salvazione scongelerà la liquidità ora ghiacciata ed eviterà di doverne immettere altra. Per questo motivo la rubrica invita la Bce almeno a tacere sull’eventuale continuazione del programma LTRO. Ma, dopo gli annunci “ora basta”, per diventare oro tale silenzio dovrà contenere un segnale di volontà salvatrice. Un riferimento all’evangelica moltiplicazione dei pani in qualche pubblicazione Bce? Una foto con strizzatina d’occhio tra Draghi e Merkel che faccia intendere quando l’indecisa kanzlerin ami, e promuova di fatto, gli interventi Bce che ne evitano altri più  evidenti a carico del bilancio tedesco? Un quadro di Dalì con gli orologi che si liquefano nell’ufficio di Draghi? Il concorso di idee è aperto, divertitevi e indirizzate a Francoforte.     

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