La dottrina metodologica del rubricante in materia di modelli supersintetici applicati alle analisi e decisioni strategiche, volgarizzabile come scenaristica, si basa sul calcolo di vulnerabilità dei sistemi. Si misurano le forze potenzialmente distruttive e la capacità di una struttura di resistere, anche con modifiche adattative, alla loro pressione. In sintesi, semplificando, si tratta di calcoli di capacità/resistenza simili a quelli che un ingegnere fa per progettare un ponte, ma con matrici più complicate e complesse. La teoria di sostegno è che se le pressioni non eccedono la capacità, allora la probabilità che un sistema trovi un aggiustamento ad una nuova situazione senza destrutturarsi è elevata. L’esatta configurazione di aggiustamento di un sistema è imprevedibile, ma è prevedibile se riuscirà ad aggiustarsi o meno. Tale metodo permette una valutazione dei macrorischi nel 2012. Molti analisti temono il crollo dell’euro per catene di insolvenza e depressione da eccesso di rigore. E’ improbabile, nonostante la sorprendente imbecillità degli eurogoverni e l’assetto similsovietico del modello europeo-continentale, perché la ricchezza storica del sistema, anche la liquidità mobilitabile a breve, è molto superiore ai buchi e all’impatto della decrescita. Le previsioni 2012 convergono verso una buona ripresa dell’America. Sono corrette in quanto i potenziali quantificati di crescita sono superiori alle quantità di capitale distrutte o rimaste compresse dalla crisi. Sarà un boom se il socialista Obama verrà rimosso in quanto percepito come fattore di sfiducia, una ripresa lenta se verrà riconfermato, ma comunque sufficiente a rialzare nel secondo semestre la domanda globale e a rimettere in crescita le economie emergenti e ad attutire la decrescita nell’Eurozona. Ma c’è un macrorischio crescente determinato dal deleveraging. Se l’industria finanziaria non verrà rimessa a pieno regime e la leva non verrà almeno in parte ripristinata, allora l’offerta globale di capitale finanziario sarà inferiore alla domanda, con esito catastrofico nel 2014-15. Questo è il megarischio principale da prevenire subito interrompendo la demonizzazione della finanza, regolandola in modo da stimolarla e non per reprimerla e, soprattutto, perseguendo un accordo euro-dollaro che crei un megapilastro monetario mondiale. L’altra crisi latente sottovalutata riguarda la Cina il cui modello non ha capacità sufficiente per resistere alle pressioni destabilizzanti, tra cui la sbolla immobiliare, che si stanno cumulando. Il pilastro euroamericano dovrà formarsi presto per reggere questo impatto.