Quinto scenario per un 150° futurizzante e non commemorativo. Negli anni ’50 e ’60 il cinema era in Italia un settore industriale portante per l’economia nazionale. Poi è decaduto. Ma la grandezza del passato ha lasciato competenze e vocazioni non ancora del tutto sparite. Inoltre, alcuni settori laterali, ma rilevanti per il cinema come la musica, le scuole di attori, ecc., appaiono vitali. L’opportunità: c’è sufficiente materiale di base per sostenere un forte progetto di rilancio di questa industria. La necessità: l’economia italiana ha bisogno di nuovi traini per la crescita e quello, oltre al manifatturiero innovato, dei servizi evoluti, come l’intrattenimento, è uno dei pochi alla sua portata con potenziale di primato globale. Come si riuscirà a rendere l’Italia capitale mondiale dell’industria cinematografica?
La mossa chiave sarà quella di detassare totalmente i profitti dei film a condizione che vengano prodotti nel territorio italiano. Ciò, riducendo il rischio finanziario, favorirebbe l’insediamento in Italia di società di produzione ed il loro finanziamento sul mercato privato. La seconda è quella di creare una Borsa dedicata (di raggio globale) dove sia possibile quotare un film singolo o un pacchetto. La terza, collegata, consiste nell’organizzare una piattaforma specialistica di informazioni e scambi per i distributori, la parte più decisiva del mercato di settore. Concepito un tale sistema di facilitazioni bisognerà poi stimolare la competitività degli imprenditori generando una cultura industriale e non solo intellettuale del cinema. Il cinema è, prima di tutto, un servizio che offre emozioni a pagamento. Per aumentarne la gamma serve una (iper)tecnologia dedicata, per esempio Avatar. La si può importare dall’estero (California) e poi potenziarla con risorse residenti nei politecnici italiani (ottime) aiutandone la ricerca. Contenuti? Quelli che il mondo domanderà. Ma ci vorrà uno stile italiano. La rubrica propone l’epica, cioè le storie degli uomini di coraggio, delle grandi avventure di conquista. Anche sfruttando quella macchina del tempo, sul piano delle basi scenografiche, che è il territorio italiano per trasferire al cinema il romanzo storico, genere che appassiona il globo. Templari piacentini che sotterrano l’Arca nei pressi di Rimini, la battaglia di Azincourt ricostruita nei siti medievali veneti, lo scontro a Venezia, prima di Lepanto, tra chi voleva difendere i territori e chi i contratti commerciali con i turchi. Un Julius Caesar finalmente ben fatto. Poi il Graal girato da un risorto Sergio Leone, che sogno, che immensità! Per questo progetto LeoLux.