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Carlo A. Pelanda
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Carlo Pelanda: 2008-5-20Il Foglio

2008-5-20

20/5/2008

Il doppio boom del manifatturiero e della nuova impresa agroenergetica

Negli anni ’90 gli scenari indicavano il declino del settore manifatturiero e trattavano l’azienda agricola come un oggetto residuale. Oggi l’impresa manifatturiera è nuovamente un motore di innovazione ed un formidabile generatore di profitti. E l’azienda agricola sta diventando un sistema integrato per la produzione di cibo ed energia ad altissime tecnologia e remunerazione. Ambedue i fenomeni sono visibili in parecchie aree di Europa ed America. Ma in quella padana, per la densità sia di piccole e medie imprese manifatturiere sia di fattorie e consorzi agricoli evoluti, siamo a ridosso di un possibile boom.

Cosa è successo? Questa rubrica, alla fine degli anni ‘90 e, in particolare, il 30-3-2004, ha anticipato la “newizzazione della old economy” come direzione evolutiva “next” del mercato, in polemica con chi dava per spacciato il manifatturiero e considerava la tecnologia dell’informazione generativa di un nuovo settore invece che rigeneratore di quello vecchio. Dal 2004, infatti, le aziende tessili, meccaniche, ecc., hanno trovato nella combinazione tra disponibilità di nuove tecnologie e domanda globale crescente di oggetti, e di macchine per farli, due fattori con cui potenziare le loro capacità storicamente residenti. La Germania è in miracolo economico per il rinnovamento della sua produttività nel settore dei grandi sistemi industriali. La Padania lo è per la sua vocazione a fare manufatti speciali, adattivi e componenti. In sintesi, siamo in pieno Rinascimento manifatturiero. Ma nessuno ha previsto lo sviluppo della nuova azienda agricola. Le nuove tecnologie migliorano l’efficienza delle coltivazioni ed allevamenti, ma anche offrono agli agricoltori sistemi per la produzione di energia ricavata dagli scarti agricoli, per esempio biogas e, novità bresciana, la possibilità di trasformarli in combustibile sintetico (www.vuzeta.com) cosa che evita l’inflazionistica ed ecodiscutibile produzione di bioadditivi per carburanti a partire da materia alimentare. Le due efficienze incontrano l’aumento della domanda globale sia di cibo sia di energia ed è bingo. La finanza di investimento, infatti, sta dirottando denari sul manifatturiero e l’agroenergetico di nuova generazione. Pare ovvio segnalare al governo la concentrazione in Padania delle due nuove leve di sviluppo affinché ne faciliti il boom: (a) modificando le norme nazionali che creano ostacoli in ambedue i settori; (b) trasferendo agli enti locali più poteri specifici di soluzione dei problemi (permessi); (c) lasciando più denari fiscali in loco per qualificare le infrastrutture di sostegno. Non soldi, ma libertà.      

(c) 2008 Carlo Pelanda
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