Gli scenari che tentano di prevedere le conseguenze dell’eventuale vittoria del no, data probabile, nel referendum in Francia sull’accettazione della Costituzione europea scommettono sull’apertura di una grave crisi del processo integrativo. Questa rubrica la pensa diversamente. In caso di vittoria del no resterà comunque tanta “Europa informale” da compensare gli accidenti di percorso di quella formale. Non solo, ma ritiene che l’archiviazione del trattato costitutivo sarebbe una scossa salutare che aumenterebbe la probabilità di una futura architettura europea più solida. Perché la cosiddetta Costituzione tenta di coprire con formule nominali di governo le divergenze sostanziali che restano irrisolte: tra Stato e mercato; tra sovranità nazionali e regime sopranazionale; tra Europa introversa (neutralismo) ed estroversa (interventismo globale), ecc. L’area europea è spaccata in due all’interno delle singole nazioni e tra nazioni su tutte queste ed altre dimensioni. Da sempre. Con la differenza che fino al 1989 funzionavano degli integratori sostanziali impliciti o pragmatici. Il “metodo funzionalista” metteva in comune solo quelle cose che sicuramente andavano bene per ogni nazione senza forzare cessioni di sovranità oltre tale criterio. La Guerra fredda, poi, rendeva l’Europa parte consenziente dell’Impero il quale governava da fuori le divisioni intraeuropee e dava un privilegio economico agli alleati permettendo loro di mantenere un modello politico inefficiente. Finita quell’epoca, gli europei si trovarono con il problema di doversi governare da soli mentre saltava tutto l’equilibrio precedente, esterno ed interno. Per questo fu costruita un’Europa d’emergenza, per esempio l’euro con gli scopi di contenere il risorgere della potenza tedesca, senza riflettere realisticamente sulle conseguenze. In sintesi, la Costituzione riflette nei suoi contenuti un’Europa nervosa, anzi isterica, che tenta di unire delle cose prima che sia possibile farlo. La sua archiviazione aumenterebbe la probabilità di far riemergere un pragmatismo più rilassato pur nel mantenimento, rafforzato, dell’idea che nel futuro una Unione europea dovrà esserci. Significa: ritorno al metodo funzionalista; restituzione di una maggiore quota di sovranità economica alle nazioni; che a sua volta permetterebbe a ciascuna di trovare il proprio bilanciamento tra welfare e competitività. Ed anche ritorno senza falsi pudori all’idea che comandino i più forti, il Direttorio. Scenario e paradosso: il fallimento della Costituzione riaprirebbe la possibilità di integrare meglio il sistema europeo.