Auguri a Jean-Claude Trichet che dal 1° novembre ha sostituito Wim Duisenberg alla guida della Banca centrale europea. Ne ha bisogno perché l’euro ormai c’è, non si può tornare indietro, ma non esiste né esisterà nel prevedibile futuro un governo economico europeo capace di essere interlocutore della politica monetaria. Quindi Trichet dovrà governare un’anomalia, compensandola in qualche modo. L’euro, concepito nei primi anni ‘90 come momento conclusivo del processo integrativo, è stato poi, nel settembre 1996, propulso da Francia e Germania come scorciatoia per costringere gli Stati europei ad unirsi. In base al principio che non può esistere una moneta unica senza un governo altrettanto unico. Ma il modello politico che sta emergendo è un mix tra federalismo e mantenimento delle sovranità, non una decisa costruzione del primo. Gli Stati hanno ceduto parte della loro sovranità economica al Patto di stabilità, ma non appaiono intenzionati a conferire quella che resta ad un organismo eurofederale. In tal senso il “modello di transizione”, basato su regole condivise di stabilità che sostituiscono provvisoriamente l’assenza di una funzione politica paneuropea tende a prolungarsi. La conseguenza è che senza governo unico l’euro non può dirsi “moneta unica”, cioè “unitaria”. Che cosa è, allora? Una “moneta condivisa”, specchio di una situazione dove le nazioni accettano criteri comuni, ma non rinunciano al potere di derogare da questi in modo unilaterale, per esempio le violazioni del Patto di stabilità. Il punto è che la Bce è stata disegnata per governare una moneta unica, non una “condivisa”, e pertanto dotata di una capacità di regolare gli Stati attraverso un mediatore confederale. Quest’ultimo esiste solo in forma debole (Ecofin, Commissione) e quindi la Bce dovrà disintermediarlo per ottenere una capacità diretta di persuasione e regolazione su ogni singolo Stato in modo da farlo rigare diritto nelle materie rilevanti per la stabilità monetaria. Ma l’unico modo per ottenerlo sarà quello di ridare forza alle Banche centrali nazionali come interpeti locali della politica monetaria paneuropea. Cosa che implica coinvolgere di più i singoli rappresentanti nelle decisioni della Bce. Una tale nuova “Banca collegiale europea” avrà qualche chance di tenere in ordine il sistema attraverso i suoi agenti nazionali che possono “ricattare” i governi, anche via la vigilanza delle banche. Ma questo adattamento alla gestione della moneta condivisa potrà essere fatto solo in modo informale e quindi conterà la personalità di Trichet. Che sinceramente ci auguriamo sia straordinaria perché in caso contrario ciao euro.