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Carlo A. Pelanda
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Carlo Pelanda: 2003-4-26Il Foglio

2003-4-26

26/4/2003

La punizione a Chirac

Nella rete dei pensatoi occidentalisti si scommette, con divertimento, su quale sarà la punizione alla Francia annunciata da Powell. Tale traffico di e-mail semiserie merita breve cronaca. Che la condanna a Chirac possa essere attutita viene escluso – melanconicamente – proprio da un erudito thinktanker (governativo) francese con una citazione di Voltaire: "Nei delitti comuni la legge d’Inghilterra è favorevole all’accusato; ma in quelli di alto tradimento gli è contraria". La chat ad accesso riservato si riempie di ghignate americane. Lo scenario per fasi di un istituto tedesco prevede che gli Usa inizieranno con una strizzatina preliminare al Belgio – paese primo nella classifica occidentalista dell’"imbecillità morale", una sorta di piccola Francia – per far paura a Parigi. Ma tale mania tedesca di attaccare i francesi via Liegi si svela subito grossolana trovata goliardica. Rimarchevolmente commentata da un’analista portoghese: "dopo che un belga ha inventato la crema erotica per le donne quel paese va rivalutato". Sguaiata approvazione generale. Fortunatamente i nipponici riportano la chat sul punto. Precisini, tentano una lista di eventuali opzioni punitive che il resto del forum valuta più seriamente. Ritorsioni commerciali? Impensabile. Esclusione dell’industria militare francese dai programmi occidentali più avanzati? C’è già da tempo. Scherzetti in Africa? No, lì i problemi sconsigliano altra benzina sul fuoco. Suscitare un isolamento della Francia in Europa? Forse, ma è improbabile un metodo esplicito che danneggerebbe tutti gli europei e non solo Asterix. Cosa resta? Un intruso, che si sa ciberspia francese, tenta una provocazione: forse la pubblicazione dei documenti sui rapporti bilaterali Francia-Iraq trovata a Bagdad? Coro: scopritelo da solo, Pierre, chi li ha. In sintesi, le migliori teste occidentaliste non hanno individuato quale potrebbe essere la punizione. In effetti non c’è un modo diretto per sanzionare il tradimento di un, dopotutto, alleato di certo rilievo. Ma questa rubrica ipotizza che ve ne sia uno indiretto: il solo annuncio di una punizione sarà la sanzione senza necessità di comminarla. Raffinatissima, come una lenta tortura. Appuntita da una tattica perversa. Washington tratterà bene Parigi sul piano formale, ma isolandola sostanzialmente. Tutto l’Occidente si aspetterà "conseguenze" per la Francia e la tratterà con cautela, pur non esplicita. Chirac si agiterà, ma, pur abile, non riuscirà a togliere il leggerissimo, tuttavia insostenibile, ostracismo. Chi vuole mediare tenga conto di questa modalità punitiva: dolce, ma condanna per tradimento senza appello.

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