Topoeconomia. La disponibilità di buone risorse cartografiche é da sempre un fattore di potenza e ricchezza. Tale valore sta per esplodere grazie al prossimo raggiungimento della capacità di ottenere una rappresentazione computerizzata totale e perfetta, e non solo parziale ed approssimativa, di un territorio. Un importante passo in questa direzione verrà compiuto il 31 gennaio dalla missione spaziale congiunta NASA-NIMA (National Imagery and Mapping Agency, gestita dal Pentagono), con il contributo delle agenzie spaziali italiana e tedesca. Per la prima volta il pianeta (l'80% della superficie dove vive il 95% della popolazione) verrà visualizzato a tre dimensioni in mappe digitalizzate ad altissima risoluzione. Per ottenere l'effetto 3-D si useranno due radar ad apertura sintetica (SIR-c/x-SAR), che ottengono le immagini anche in caso un'area sia coperta da nuvole, il primo posizionato nel vano di carico dello Shuttle ed il secondo su un braccio esterno portato a 60 metri di distanza. I due "fotograferanno" contemporaneamente la stessa zona (interferometria) e ciò darà il risultato di visualizzazione tridimensionale. Da questa base, e successivi sviluppi, si potrà derivare una nuova, straordinariamente efficiente e flessibile, piattaforma di topografia computerizzata. Il punto rivoluzionario non é solo dato dalla resa a tre dimensioni e dall'estrema precisione del rilevamento, ma dalla prospettiva di ottenimento, nel prossimo futuro, di una base cartografica computerizzata a basso costo che permette rappresentazioni totali, per integrazione di diversi livelli di analisi, di un territorio. Vediamo una bozza di scenario al riguardo.
Già oggi é possibile l'osservazione della Terra con sensori che individuano diverse caratteristiche del terreno. E già sono all'opera strumenti che integrano i dati in modo tale da caricare una mappa di informazioni utili a definire la situazione fisica, biologica e climatologica di un'area. Per esempio, Tricorder é un sistema esperto capace di analizzare contemporaneamente i dati spettroscopici di solidi, liquidi e gas e, quindi, di rappresentare uno specifico terreno in forma completa. E mille ne sono le applicazioni. Capire e localizzare le fonti di inquinamento dei fiumi e dei terreni. Calcolare il rischio di siccità, incendi, alluvioni e frane. Fornire dati precisi agli agricoltori per poter programmare le loro colture. Controllare lo stato di qualsiasi risorsa naturale. Misurare le correnti marine e gli sbalzi termici a favore della navigazione commerciale e sportiva. Negli Stati Uniti l'uso delle mappazioni computerizzate é ormai tanto maturo e diffuso che si può iniziare a proiettare concretamente il contributo dell'efficienza topografica alla crescita economica. E lo scenario preliminare mostra che tale fattore é una grande leva espansiva. In Europa queste applicazioni sono ancora poco diffuse. Comunque, il dato é che la tecnologia di mappazione "qualitativa" di un territorio, a parte la fluidità e velocità con la quale la si applica nei diversi Stati, é già molto evoluta. Ma le mancava un "plus" per arrivare alla capacità di "rappresentazione totale" a basso costo. La novità, che separa lo scenario appena detto con quello futuro, é che questo plus sarà disponibile nel prossimo futuro. Non tanto perché sia stato scoperto qualcosa di assolutamente nuovo, ma per il fatto che sarà enormemente più facile e meno costoso (grazie alla digitalizzazione) integrare tutti i dati visivi utili e, soprattutto, gestirli per le applicazioni politiche e di mercato. In sintesi, la novità é che si sta per ridurre il costo del trattamento dell'informazione territoriale e che questa può essere totale e precisissima. Cosa significa in politica ambientale, dei trasporti, della pianificazione urbanistica, dell'agricoltura, della protezione civile ed in cento altri settori? Che saranno possibili ottimizzazioni in base a criteri espliciti di efficienza. Significa liberare un valore economico, finora compresso dall'inefficienza cartografica, che potrebbe raddoppiare, quando messo a regime, i Pil attuali. Un'enormità potenziale. Ma c'é un ostacolo, soprattutto da noi. Il possesso della mappa é un potere. Se questo si diffonde e si apre a criteri di efficienza tecnica, allora i politici perderanno una fetta enorme del loro potere discrezionale nella gestione di un territorio. E non ne saranno felici. Questo é il primo punto critico da risolvere nel nuovo scenario. Per capirci, immaginate un consiglio comunale in una città italiana. La Giunta presenta un piano di destinazione delle aree esibendo una mappa fatta a mano, frutto di compromessi tra partiti. Un sistema esperto programmato per scelte di ottimizzazione e dotato di una rappresentazione computerizzata totale del territorio, dai flussi economici alla struttura idrogeologica, segnala che tale piano é insensato. E tutti da casa, via Internet, potranno seguire la vicenda. Immaginate la disperazione di chi ha speso miliardi per eleggere quel povero sindaco in cambio di qualche favore opaco.