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Carlo A. Pelanda
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Carlo Pelanda: 1999-1-21Il Foglio

1999-1-21

21/1/1999

C'è un nucleo più solido di quello che si pensa nella bolla dei titoli Internet

Il rialzo alle stelle delle azioni Internet é una semplice bolla destinata a sgonfiarsi oppure é basato su qualcosa di solido? I commentatori più tradizionalisti non hanno dubbi: si tratta di bolla scandalosa. Hanno le loro ragioni. Appare infatti del tutto irrazionale che la capitalizzazione borsistica di un'azienda possa arrivare ad essere di centinaia di volte superiore al suo fatturato, perfino in situazioni in cui l'azienda esibisce perdite e non profitti. Quindi gli investitori che si sono buttati sulle azioni, per dire, di "Amazon.com" o di "Yahoo!", e di tanti altre aziende fornitrici di servizi e gizmo basati su Internet, sarebbero tutti dei pollastri spennati da speculatori che ci marciano. Ma possiamo veramente pensare che i giocatori nella Borsa americana siano diventati tanto sprovveduti? Difficile. Quindi, pur comprensibili le critiche di irrazionalità a chi alimenta questa bolla, é interessante vedere cosa il mercato abbia annusato di solido e promettente nel nascente universo di Internet.

Per prima cosa questo é certamente destinato ad espandersi in un prossimo futuro dove altri settori stagneranno o non cresceranno altrettanto. Nessuno sa, in realtà quando, quanto e come con precisione. Ma i dati reali mostrano che in effetti questa espansione c'é in termini di aumento delle connessioni mondiali e di nascita di nuovi servizi. Quindi chi compra azioni sopravvalutate dell'ambiente Internet é motivato dalla sensazione che comunque questo crescerà sicuramente. Su tale base, poi ci sono due ondate. La prima é alzata dagli speculatori che gonfiano il titolo per attrarre tanti altri, fatto che espande ancor di più la bolla, pronti a vendere all'ultimo allocco poco prima dello sgonfiamento. Ma questa normale azione speculativa non sarebbe possibile se, appunto, non ci fosse una base realistica alla credenza rialzista specifica. Infatti ci sono anche molti che entrano in questa area azionaria per restarci a lungo. Un dubbio. Vale di più, per spiegare la bolla, il dato che gli altri settori non cresceranno nel prossimo futuro o quello che il sistema Internet, e dei nuovi servizi di cybermercato su di esso poggiati, avrà un'espansione veramente stellare? Se la tendenza rialzista rimarrà stabile nel tempo, indipendentemente dalle oscillazioni contingenti intrinseche e determinate dalla volatilità borsistica generale, allora potremo dire che il "mercato" vuole la grande crescita di Internet. E questo scenario appare il più probabile, depurando la situazione dai fenomeni speculativi di breve. "Vuole"? Certo. Un mercato che scommette così decisamente verso una direzione é in grado di crearla e di accelerarla. Come? Finanziando più velocemente la nascita e la capitalizzazione di imprese che portano novità espansive. In tale scenario il rigonfiamento attuale avrebbe la natura di un invito pressante a realizzare il desiderio futurizzante. Se vero, il fenomeno così interpretato risulterebbe molto più razionale di quanto i commentatori tradizionalisti pensino. Infatti la tecnologia c'é. Questo é il punto che rende prospetticamente "doc" ciò che ora é solo "dot". Il mercato annusa la possibilità e usa il suo mezzo di comunicazione (il denaro) per trasformare il potenziale tecnologico in realtà, visto che é possibile. E lo é, soprattutto, perché lo sviluppo di Internet, come nuovo mercato, non ha quegli ostacoli morali o di incertezza sperimentale che caratterizzano la rivoluzione biologica e dei nuovi prodotti farmaceutici, che sono gli altri settori caldi del momento. In sintesi, nella bolla irrazionale dei titoli Internet c'é un nucleo di visione solidissima. Ma quali sono le prospettive futuribili del cibermercato?

La fase più delicata é quella della transizione dalla tecnologia delle reti all'ingegneria dei contenuti che vi circolano. La seconda é cruciale per determinare la domanda di nuovi servizi. La prima é già in fore sviluppo e ci si aspetta in pochi anni il lancio di nuovi sistemi sia di iperconnettività globale sia di cybergizmo per gestirla comodamente e sinteticamente. Per esempio, pensiamo ad un oggetto hypercom che in pochi grammi e centimetri permette di fare tutto e connettersi con tutto. Ma questo evolverà in forma mercatabile solo - e quando- ci sarà la domanda di impieghi sofisticati, cioé di nuovi contenuti, in rete. Due esempi. Mi trasformo in ologramma interattivo e compio un'operazione chirurgica a mille kilometri di distanza. Costruisco tre mie nuove identità diverse e le rendo, con supporti di intelligenza artificiale, esseri virtuoviventi ed operanti in rete: banchiere virtuale - ma persona effettiva perché investe ed incassa denaro- poeta e pokerista. Se evolve una tale domanda di servizi "olonet", "cyberzelig", e altri così sofisticati, i valori delle aziende che li offriranno diventeranno galattici. La connessione psicofinanziaria tra questo eccitante scenario futuro e l'oggi é costituito proprio dalla bolla dei titoli Internet: http://www. hopebubble.fut.

(c) 1999 Carlo Pelanda
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