Finalmente il centrodestra sta tentando di riorganizzarsi costruendo un nucleo federatore basato su un’offerta politica razionale, che indica la volontà di governare, togliendo tale ruolo alla destra emotiva condannata a restare minoritaria. La debolezza del centrodestra ha lasciato spazio a un governo di sinistra inefficace perché condizionato da interessi statici e ad alternative irrazionali. Ma potrà avere consenso maggioritario un’offerta razionale e liberale? Il disagio sociale è aumentato in tutte le democrazie per l’effetto combinato di modelli politici nazionali e internazionali ormai inadeguati e crisi contingenti dell’economia tecnica. Il risultato, dappertutto, è che i ricchi diventano più ricchi e i poveri più poveri e che quelli ancora benestanti temono un futuro di povertà. Negli anni ’90 il complesso delle nazioni democratiche mostrava una configurazione di 2/3 di abbienti (capaci di risparmio) e 1/3 di poveri, ma con speranza di diventare ricchi. Oggi esibisce una configurazione dove il 60% è ancora abbiente, ma con una parte in ansia, e il 40% è impoverito e pessimista. Ciò sta alimentando una domanda crescente di protezione, resa più intensa dai problemi di sicurezza. I politici e i tecnici portatori del modello standard del capitalismo democratico – mercati aperti e concorrenziali con disuguaglianze bilanciate da redistribuzione – hanno perso credibilità e consenso perché il modello stesso esclude troppi dalla ricchezza. Tale situazione ha spinto soluzioni di cambiamento, ma tutte in negativo perché meglio in grado di ricevere approvazione da una popolazione in ansia: in America il ritorno all’isolazionismo, in Europa la riedizione del nazionalismo protezionista e nemicizzante. Ma i dati mostrano che nelle democrazie, tra cui l’Italia, la maggioranza del consenso, pur ridotta dai fenomeni detti, cerca soluzioni razionali e concrete. Per tale motivo è perdente la rappresentanza del disagio sociale che ne asseconda i toni semplicistici e “contro”. Tuttavia, il caso Brexit e il cedimento dei repubblicani centristi di fronte all’ala estrema nelle primarie, mostra che i portatori di offerte razionali devono rispondere in modi attivi e innovativi, e non passivi e conservatori, all’ansia sociale. In Italia, l’offerta politica razionale/liberale dovrà elaborare i tre fattori principali che determinano la ricchezza nazionale: a) nuovo modello di “welfare d’investimento” in sostituzione di quello corrente; b)proposta italiana di revisione in senso non depressivo del modello europeo; c) attivismo per la formazione di un mercato globale integrato delle democrazie che assicuri all’Italia l’accesso a un mercato internazionale aperto e equo sul piano della concorrenza. Al riguardo del modello nazionale il progetto dovrà essere articolato in due periodi: a.1) interventi d’emergenza per sostenere gli impoveriti e consolidare la finanza pubblica (due anni); a.2) transizione graduale dal vecchio al nuovo modello di welfare evitando traumi. Il “welfare di investimento”, infatti, si baserà su una riduzione sostanziale delle tasse e della spesa improduttiva e su una allocazione prevalente delle risorse fiscali per sostenere la capacità di ogni individuo di stare bene nel mercato competitivo (formazione super, crediti di avviamento, ecc.). Ci vorrà almeno un decennio, ma alla fine il nuovo modello “di investimento” non lascerà alcuno solo o impreparato nel mercato competitivo e ciò farà tornare di massa la ricchezza. Per invertire subito l’impoverimento, incrementare la crescita e rendere l’Italia più forte nelle trattative europee, sarà necessaria un’operazione “patrimonio pubblico contro debito” che riduca di almeno 30 miliardi anno la spesa per interessi, riallocandola a favore dei poverissimi e di stimoli fiscali. Chi desidera approfondire, veda il mio Formula Italia. Il nuovo progetto liberale e nazionale (Angeli, 2010). Con queste soluzioni fortissime l’offerta razionale/liberale troverebbe maggioranza.