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Carlo Pelanda: 2015-6-7Libero

2015-6-7

7/6/2015

Una visione per riunire Russia ed Occidente

Putin sarà a Milano il 10 giugno. L’occasione invita a riflettere sul contributo dell’Italia alla ricomposizione tra Russia ed Occidente. La questione ucraina è una conseguenza della mancata soluzione di quella russa dopo il crollo del regime comunista (1991): la Russia è parte dell’Occidente, si dichiara tale, ma le due aree restano in frizione tra loro con danni pesanti per ambedue. Il mio suggerimento, che qui desidero marcare come Coordinatore del Dottorato di ricerca in Geopolitica e Geopolitica economica dell’Università G. Marconi, Roma, è di aprire un dialogo con Mosca non condizionato dalla questione ucraina, ma finalizzato ad un progetto di riunificazione tra Mosca ed Occidente. Penso che, se stabilita la volontà delle parti di tentare la convergenza prospettica, sarà meno difficile risolvere problemi contingenti, intanto raffreddandoli mentre si parla. Ora le diplomazie tentano il congelamento del conflitto senza definire un orizzonte di convergenza: manca il gancio dove appendere il quadro di stabilizzazione dell’Europa orientale. Potrà Roma far vedere tale gancio proponendo una visione? L’Italia è l’unica nazione rilevante della Nato che può tentarlo perché l’America la ritiene alleato affidabile e la Russia nazione amica. Germania e Francia sono sospettabili di fare giochi neoimperiali in proprio. America e Russia in frizione non possono fare il primo passo, ma potrebbero reagire ad un proposta. Quale? Una visione dove alla fine di un processo negoziale America, Europa e Russia formeranno un mercato integrato, gradualmente, e l’architettura politica conseguente. Va detto agli ucraini che questo progetto è l’unica soluzione positiva (anche) per loro. Il solo congelamento del conflitto attuale, infatti, terrebbe l’Ucraina nello scomodo ruolo di Stato cuscinetto sempre esposto all’instabilità. Così come va detto agli europei orientali preoccupati dall’aggressività russa che per loro è più conveniente una soluzione prospettica di integrazione con Mosca, entro un’area economica dall’Atlantico al Pacifico che non lo stare a ridosso di un confine problematico con una Russia inquieta perché isolata ad ovest, esposta all’espansione cinese ed islamista a sud e pressata internamente da movimenti nazionalisti che invocano il ricongiungimento con le minoranze russofone in altre nazioni, complicato da suggestioni panslaviste. In sintesi, per evitare che la Russia tenti di ricostruire l’impero, bisogna darle una prospettiva di inclusione futura in un’area geopolitica più ampia e dove si possa sentire a proprio agio. La Russia non smetterà di voler essere impero perché il consenso politico interno è influenzato dal nazionalismo? Due considerazioni. E’ interesse di tutto l’Occidente che Mosca continui a fare impero nell’Asia centrale per evitare che venga conquistata dalla Cina e/o dall’Islam, e che contenga da nord l’influenza cinese: l’importante è che smetta di farlo verso ovest. In Russia non c’è industria leggera, ma solo pesante più agricoltura, ed è priva di quel tipo di mercato che crea un ceto medio produttivo interessato al benessere ed alla stabilità politica nonché alla democrazia. L’inclusione in un mercato occidentale permetterebbe una modernizzazione culturale e politica capace di secolarizzare lo spiritualismo russo. Come? Accordo euroamericano di mercato unico, cioè completamento dei negoziati TTIP in corso, e successiva estensione graduale dell’accordo stesso alla Russia. Nel frattempo: congelamento delle frizioni, sospensione delle sanzioni e test settoriali per i futuri trattati economici. Ora Washington non vuole la Russia in un mercato integrato europeo perché teme un accordo euroasiatico Berlino – Mosca, poi esteso alla Cina, che renderebbe l’America irrilevante: motivo per cui vuole la frizione con la Russia e che gli europei abbiano paura di Mosca affinché restino nell’alleanza atlantica. Ma il potere globale statunitense sta cedendo di fronte all’espansione imperiale cinese e l’America deve capire che senza una Russia entro l’Occidente sarà impossibile contenere Pechino. Dura per l’America ammetterlo, ma molti suoi strateghi lo pensano. Proprio per questo la Cina saboterebbe ogni ipotesi di convergenza occidentale della Russia. Ma Mosca sa che se resta isolata poi la Cina se la mangerà. In conclusione, ci sono i motivi per avviare a Roma una serie di confronti tra americani, russi ed europei dove l’Italia proponga lo studio di un mercato unico da Seattle a Vladivostok, via Lisbona. E Kiev.

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