Gli analisti dovrebbero prestare particolare attenzione al summit Mercosur di Asuncion (Paraguay) del 21 dicembre perché in quell’occasione ci potrebbe essere una novità di portata globale. Il neoeletto presidente dell’Argentina, il liberista Mauricio Macri potrebbe annunciare una posizione di apertura a trattati di libero scambio con la Ue e gli Stati Uniti, modificando la postura protezionista tenuta finora da Cristina Kirchner. Il Mercosur è un accordo di convergenza commerciale e doganale tra Brasile, Argentina Paraguay, Uruguay e, dal 2013, Venezuela, al quale sono (vagamente) associati Bolivia, Cile, Perù, Colombia ed Ecuador. Le posizioni chiuse dell’Argentina, oltre allo “chavismo” del Venezuela, hanno messo in grave difficoltà il Brasile. Da un lato, la recessione e il fiorire di molteplici accordi di libero scambio sul piano globale, tra cui l’adesione di Cile e Perù al TPP, ha convinto Brasilia ad accelerare la sua connettività con questi per non restare isolata e per stimolare il mercato interno. Dall’altro, il Brasile non vuole spaccare il Mercosur. Con la complicazione che, essendo stato recentemente dichiarato nazione non più povera dalla Ue, non avrà più diritto a trattamenti economici privilegiati. Pertanto il Brasile deve siglare al più presto un accordo di libero scambio con la Ue, per altro in negoziazione dal lontano 1999, per evitare svantaggi. La svolta argentina potrebbe favorire un’apertura del Mercosur all’accordo con la Ue, permettendo al Brasile di anticiparlo con una iniziativa nazionale, forse già ipotizzata in un recente incontro bilaterale tra Merkel e Roussef. Il Venezuela potrebbe mettersi di traverso se il suo presidente “chavista” Nicolas Maduro vincesse le elezioni politiche del 6 dicembre. Ma recentemente ha attutito le posizioni chiuse e antioccidentali. Inoltre potrebbe essere sospeso dal Mercosur, volendo, se gli altri membri invocassero la “clausola democratica” (Protocollo di Ushuaia) dopo gli omicidi e incarcerazione di leader dell’opposizione. In sintesi, appare probabile che il Mercosur si muova, aprendo così la regione a un nuovo sviluppo. Stati Uniti e Spagna, e relative banche, hanno perso negli anni influenza sulle vicende della regione. La Cina ne ha guadagnata tanta, ma non può offrire accordi commerciali di portata sistemica come potranno, invece, l’America e la Ue. I due, nei decenni scorsi, si sono trovati in posizione di competizione per il dominio del Sudamerica. La speranza strategica è che nel futuro collaborino intrecciando trattati TPP, TTIP, Ue-Brasile e Mercosur in un’unica matrice.