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Carlo A. Pelanda
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2015-6-26

26/6/2015

Globogiochi pericolosi

La Russia ha la priorità, in generale, di tenere separate America ed Europa e, in particolare, quella di sabotare la creazione di un mercato unico euroamericano (Ttip). La Cina ha analoga priorità combinata con quelle sia di evitare un’area amerocentrica di libero scambio nel Pacifico (Tpp) sia di formare un’area di influenza più grande di quella occidentale. Ciò è noto, ma lo sono meno i mezzi usati per questi scopi. La Russia ha poca forza economica, ma grande capacità per “operazioni di influenza”. Infatti gestisce abilmente leaks relativi allo spionaggio statunitense dei governi tedesco e francese affinché per loro sia più difficile fare atti di convergenza euroamericana di fronte alle opinioni pubbliche. In generale, Mosca utilizza tutto l’arsenale delle operazioni di “influenza negativa”, tra cui la più incisiva oltre a quella detta è il finanziamento di partiti e movimenti anti-Ttip in alcune nazioni europee, perché non vede a breve obiettivi positivi quali la formazione di un sistema eurorusso, pur perseguendolo sia reclutando élite tedesche sia sostenendo la convergenza tra Chiese ortodossa e cattolica. In sintesi, Mosca tenta di sabotare la convergenza euroamericana affinché il suo fallimento poi dia più possibilità a quella eurorussa. Anche Pechino ha interesse alla formazione di un sistema euroasiatico e agisce per sabotare il Ttip, puntando ad un’Eurasia sinocentrica con russi ed euroccidentali ascarizzati. Il metodo è diverso da quello russo grazie alla forza economica: insediarsi negli snodi industriali e finanziari europei per poter condizionare con “sussurri”. Sul lato del Pacifico e del Tpp Pechino è più aggressiva, ma anche capace di sofisticato pragmatismo strategico. Per esempio, in questi giorni dove a Washington si svolge il 7° Dialogo economico Usa-Cina e dove Obama è riuscito finalmente ad avere dal Congresso, grazie ai repubblicani, i poteri per trattare sia il Tpp sia il Ttip in blocco senza necessità di far approvare ogni articolo dai parlamentari, Pechino cerca di rielaborare l’esclusione dal Tpp proponendo concetti di convivenza tra le due aree di influenza economica. Pratica una strategia accomodante perché conta di “sbattere fuori” gli americani dal Pacifico nel futuro, gradualmente. Il punto: i giochi russi sono destabilizzanti nel breve mentre quelli cinesi, pur ora morbidi, lo saranno nel medio-lungo a scapito degli interessi economici e finanziari dell’Occidente. Soluzioni? Forse una più forte manifestazione dell’alleanza euroamericana sarebbe utile per ordinare la scena dandole un centro forte e chiaro.

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