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Carlo A. Pelanda
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2016-11-22

22/11/2016

Verso il ciclo del centrodestra forte

Nelle analisi di scenario anticipativo, che è il mio mestiere, stanno irrompendo dati che indicano l’avvio di una nuova tendenza in gran parte delle società europee: dalla domanda di soluzioni radicali a quella di politiche centriste. Ma non di un “centrismo” inattivo o inconsistente, bensì di uno attivo e credibile per la tutela di interessi fondamentali quali sicurezza, ordine, speranza economica, valori cristiani. Un paio di mesi fa, i dati raccolti ed elaborati con il medesimo tecnometodo (supersintesi istantanea da big data) mostravano l’ascesa del radicalismo, a destra, sinistra e “fuori”. Da qualche settimana questa tecnica di nowcast, che il mio gruppo di ricerca sta sperimentando per cogliere in tempo reale i mutamenti nei mercati, sta segnalando, appunto, la tendenza detta. I dati (psico)sociologici sono inclusi nella matrice perché i mercati mostrano una crescente sensibilità al rischio (geo)politico che dipende in gran parte da ciò che succede negli elettorati, in particolare dopo la sorpresa della Brexit, e in riferimento ad un 2017 che è anno elettorale in nazioni chiave: Francia, Germania, Olanda e forse Italia. Se la tendenza segnalata fosse l’avvio di una reale e non un’anomalia o abbaglio, allora dovrei prevedere che si sta esaurendo, pur senza sparire, il ciclo che ha spinto la forza elettorale di movimenti quali Podemos in Spagna, Syriza e Alba dorata in Grecia, Front National in Francia, Alternative fur Deutschland in Germania, Pvv in Olanda, ecc. Tali movimenti di estreme sia destra sia sinistra, alcuni con toni peronisti, hanno in comune un linguaggio da “comunità di difesa” e soluzioni apocalittiche. La tendenza in avvio premia la destra, ma più al centro, inteso come luogo politico solido per politiche realistiche di “attacco” (economia, sicurezza, geopolitica) che portino soluzioni, però non destabilizzanti o discontinue, con leader allo stesso tempo equilibrati e determinati. Una mia ricercatrice ha così semplificato: la gente vuole casa e non casino.
Perché porto in pagina un’analisi anticipativa forse viziata da un metodo ancora sperimentale? Mi sembra spieghi, con dati e non solo con sensazioni nasometriche, la sorpresa di ben 4 milioni di votanti, mentre ne era prevista meno della metà, nelle elezioni primarie del centrodestra francese (Ump) per scegliere il candidato alle elezioni presidenziali di primavera. Nonché la sorpresa della scelta del democristiano-gaullista Fillon – pur dovendo aspettare il ballottaggio con Juppé – e l’eliminazione di Sarkozy. Secondo me la scelta di un “centrista equilibrato, ma assertivo” corrisponde esattamente all’avvio del nuovo ciclo detto sopra. E anche potrebbe spiegare la scelta di Merkel di ricandidarsi nonostante la pesante perdita di consensi registrata negli ultimi mesi a favore dell’estremismo di AfD. Le cronache riportano che ci abbia pensato molto prima di decidere. Questa leader ha una formazione scientifica e ritengo probabile che abbia analizzato le sue chance, non solo studiando i sondaggi, ma anche cercando di vedere quale tendenza profonda negli umori popolari avrebbe caratterizzato il momento elettorale nell’autunno 2017. Penso abbia visto un qualcosa di simile a quello rilevato dal mio gruppo di ricerca.
Va aggiunto che l’analisi fatta da politici esperti, e assistiti da think tank specializzati, inserisce nelle tendenze l’analisi condizionale. Per esempio, data una tendenza, a quali condizioni è possibile amplificarla? Per inciso, opporsi a un ciclo rende molto improbabile un successo elettorale e ciò sfavorisce la sinistra. La tendenza verso destra, ma che sta svoltando verso un centro “forte”, offre a Merkel una posizione di favorita. Da un lato, non appare in grado di proporre un nuovo progetto nazionale, dopo che la Germania ha raggiunto quello storico di riunificazione e da allora non ne ha trovato un altro, restando indecisa tra introversione ed estroversione. Dall’altro, ha il profilo condizionale giusto per il nuovo ciclo: affidabilità e determinazione.
Interesse nazionale italiano? Nel caso si confermasse la tendenza detta, alla fine del 2017 ci sarebbero, in Francia, Fillon e, in Germania, Merkel, sostenuti da maggioranze liberalizzanti e inclini a riaffermare i valori di sobrietà e di difesa attiva del cristianesimo. Pertanto sarebbe utile organizzare un centrodestra italiano equilibrato, sobrio e assertivo che trovi convergenza con questi per ripristinare l’alleanza tra partiti europei, in particolare tedesco e italiano, che nel passato bilanciò in modo politico informale le asimmetrie e divergenze formali tra Stati. Lo ritengo essenziale per l’economia italiana. E possibile perché il ciclo rilevato altrove è in atto anche da noi.

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