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Carlo A. Pelanda
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L'%20Arena

2008-8-4

4/8/2008

Il petrolio sintetico salverà il trasporto individuale

Il prezzo del petrolio, pur potendo scendere temporaneamente, mostra nel lungo termine una tendenza strutturale al rialzo che costringe tutti i settori industriali connesssi al ciclo del petrolio stesso a cambiamenti altrettanto strutturali. Dovremo dire addio al trasporto individuale con automobili oppure c’è una possibilità di adattamento al nuovo scenario?

In America, dove il costo del carburante è raddoppiato in pochissimo tempo, i guidatori hanno percorso 40 miliardi di miglia in meno dell’anno scorso. Il fondo pubblico che finanzia la manutenzione delle strade con una piccola tassa sulla benzina ha meno risorse e ciò mette a rischio la qualità della rete infrastrutturale statunitense. La General Motors ha perso 15 miliardi di dollari e sta avviando una pesantissima ristrutturazione. In Europa le aziende automobilistiche soffrono. Come farà a sopravvivere tale settore? Tutte le aziende stanno cercando di produrre modelli che consumino meno, abbandonando o riducendo la produzione di veicoli grossi. Quindi la prima risposta ad una domanda che vuole minori costi sarà quella di offrire modelli piccoli ed alimentati con combustibili meno costosi. Infatti le vendite dei modelli a gas sono schizzate in alto. Ma proprio per questo anche i carburanti meno costosi saliranno di prezzo e tra un po’ non basteranno più per almeno attutire il problema. Infatti le case automobilistiche stanno da tempo sperimentando diverse soluzioni di motorizzazione: auto elettriche, ibride (doppio motore elettrico e a carburante), a idrogeno, ecc. Ma tali soluzioni sono ancora ambigue sul piano dei costi e della infrastrutturazione. Per esempio, l’auto elettrica è già possibile sul piano tecnologico, ma come rifornire a costi contenuti miliardi di automobilisti di elettricità aggiuntiva? Evidentemente con energia nucleare perché quella eolica e solare potrà dare un contributo integrativo e non sostitutivo. Ma ci vorranno decenni prima di costruire un’offerta energetica nucleare di tale portata, se verranno risolti i problemi di consenso. Pertanto si apre un periodo dove è certo che le auto dovranno consumare di meno, ma è incerta la tecnologia che sostituirà il petrolio. Le case produttrici sapranno adattarsi a questo cambio del mercato, ma la sopravvivenza del trasporto individuale sarà basata sulla capacità di contenere, gradualizzandoli, gli aumenti dei prodotti petroliferi e di fare carburanti non ricavati dal greggio che possano girare nei motori a scoppio. Questo secondo punto sarà quello critico: poiché sarà molto lunga la sostituzione del petrolio nel frattempo bisognerà produrne di più di “artificiale”. Qui le notizie sembrano buone. La produzione di biocarburanti da materiali agricoli si sta facendo più evoluta ed abbondante anche se con il problema di generare inflazione alimentare e danni ambientali. Tali problemi sono risolti dalle nuove tecnologie che ricavano idrocarburi sintetici da qualsiasi materiale organico, in particolare dai rifiuti con doppio vantaggi economico ed ecologico. In conclusione, il destino dell’auto, cioè del trasporto individuale che una delle massime conquiste della società del progresso, dipenderà dalla capacità di fare petrolio sintetico mentre quello naturale si ridurrà. Semplice. Questo non vuol dire ridurre lo sforzo per avere nel futuro il nucleare sicuro, sempre più efficienti sistemi di energia fotovoltaica ed una capacità di ricavare elettricità da qualsiasi movimento naturale (maree, correnti, venti, ecc.), ma aggiungere quello realistico finalizzato a produrre idrocarburi sintetici e metterlo in priorità.

(c) 2008 Carlo Pelanda
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