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Carlo A. Pelanda
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2020-7-3

3/7/2020

Sia Trump sia Biden vorranno un’Ue allineata

Finora i produttori di scenari non avevano contemplato la possibile vittoria del democratico Joseph Biden contro Donald Trump. Ora lo stanno facendo. Va detto che non necessariamente Trump perderà. Sta crollando nei sondaggi nazionali per una conduzione erratica, ma in quelli degli Stati chiave che nominano i grandi elettori del presidente, il gap è ridotto. Inoltre, le sommosse violente di massa con motivo antirazzista hanno spaventato la maggioranza silenziosa. L’esito è ancora aperto, ma è già probabile un Congresso a maggioranza democratica. Infatti nel Partito repubblicano ci sono pensieri su un ticket più robusto. Ma la ricerca di un vice competitivo è comune nei due fronti – e sarà il punto principale della campagna - anche per l’anzianità dei candidati presidenti.

Il maggior interesse oggettivo degli europei nella vicenda statunitense è sulla politica estera e sulla la possibilità che il mercato americano resti locomotiva globale. Se vince Biden è probabile una via più facile per un trattato economico euroamericano che riprenda il negoziato “Ttip” già spinto da Barak Obama dal 2013 al 2016. Se vince Trump il negoziato riprenderà comunque perché è linea sia dei repubblicani sia dei democratici riconnettere l’Ue in funzione anticinese, ma sarà più duro e incerto. Gli attori di mercato temono l’eccessiva presenza della sinistra radicale nel Partito democratico e la trasformazione di questo fatto in più tasse con effetti depressivi. Trump rassicura di più sul piano degli stimoli. Al riguardo della Cina va annotato che il Partito democratico ha la stessa posizione “nemicizzante” di Trump, ma con una differenza: i democratici, più carichi di ideologia, cercheranno di destabilizzare il regime. Trump, invece, ne cercherà solo la resa, non attaccandolo se la accetterà. Va poi considerato che mentre Trump non vuole rischiare guerre, pur minacciandole per ottenere risultati solo via dissuasione, tra i democratici c’è l’idea che la guerra, se giusta e solo aerea, può essere contemplata. Ciò scalda il fronte di Taiwan e dintorni. Infatti, Pechino ha già voluto mostrare contro-dissuasioni preventive, ma ha un gap di superiorità aeronavale e spaziale. In sintesi, la parte più prevedibile dello scenario è che la pressione statunitense contro la Cina si intensificherà rendendo difficile per la Germania collocare l’Ue in una posizione di equidistanza autonoma tra le due potenze, come Merkel sta cercando di fare. E che per tale motivo, vinca Biden o Trump, l’America vorrà condizionare di più i governi europei, in particolare quello italiano che è chiave.

(c) 2020 Carlo Pelanda
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