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Carlo A. Pelanda
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2016-11-7

7/11/2016

L’America cambierà, ma non troppo

Quale effetto potrebbero avere le elezioni in America sull’Italia? I sondaggi rendono probabile, pur di poco, la vittoria di Clinton e che le due assemblee parlamentari avranno maggioranze diverse, ma non escludono il successo di Trump. Cosa si può cercare di prevedere? I vincoli e gli interessi oggettivi che condizioneranno ambedue i candidati se vincenti. Il discontinuismo di Trump fa temere una svolta protezionista dell’America che annullerebbe i trattati di libero scambio ora in cantiere e ridurrebbe l’apertura esterna del mercato statunitense, facendo crollare il sistema globale e l’America stessa. Se al potere, Trump vedrà tale rischio e limiterà il suo protezionismo a un più razionale bilanciamento delle asimmetrie commerciali: cuscinetti per attutire l’eccesso di concorrenza esterna a danno della classe media e una maggiore attenzione alla reciprocità nelle relazioni di mercato aperto con le altre nazioni. Clinton, pur aperturista, farà una cosa simile perché condizionata dalla sinistra protezionista di Sanders e Warren. Si teme che Trump indebolisca la Nato e le relazioni con gli europei mentre Clinton è sia più pro-atlantica sia orientata a re-ingaggiare l’America nel mondo. In realtà se l’America vuole tornare grande, slogan di Trump, dovrà necessariamente consolidare l’alleanza con gli europei, e il Giappone, perché è ormai troppo piccola per esercitare da sola un’influenza globale. In sintesi, ambedue i possibili eletti saranno condizionati dall’ondata protezionista interna, ma anche dovranno mantenere l’America aperta, per crescere, e convergente con gli alleati. Effetti sull’Italia. A ogni turbolenza internazionale l’Italia è la più penalizzata perché il mercato pesa di più la sua fragilità dovuta a troppo debito e poca crescita. Se Trump vincesse, per qualche settimana Borsa e titoli di debito crollerebbero, ma dopo risalirebbero a seguito di un Trump più realista. Se vince Clinton, i valori italiani avranno un forte balzo in alto a breve, poi attutito, però, dall’incertezza nazionale. Il secondo rischio riguarda la cancellazione del trattato economico euroamericano (Ttip) che fornisce all’Italia un grande vantaggio: sarà ripreso nel 2018, probabilmente rielaborato e/o spezzettato, ma andrà avanti. Il terzo rischio, un’Italia lasciata sola nel Mediterraneo da un’America che si ritira è improbabile si avveri sia con Trump sia con Clinton. Non vedo grandi problemi, a parte quello di breve termine, ma sarà saggio per l’Italia rafforzare in forma bilaterale, extra-Ue, l’alleanza con la nuova amministrazione statunitense.

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