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Carlo A. Pelanda
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L'%20Arena

2002-7-1

1/7/2002

Che gli scandali vengano fuori è in realtà un buon segno

Anni fa ha avuto successo un film comico in cui un giardiniere che conosceva solo le regole del giardinaggio e che nella sua vita non era mai uscito dal giardino di casa impressionò per la saggezza e profondità dei suoi pensieri il mondo finanziario. Probabilmente ora ci sarebbe bisogno di un “Mr. Gardener 2”. Nella bolla 1996-2002, infatti, si sono messi dei semi che non erano semi (per esempio, le aziende solo Internet) in terra che non lo era (la componente mitica della New Economy) e si è giurato che in tre ore sarebbero diventati alberi. Della cuccagna. Innaffiati da acqua vera (soldi dei risparmiatori) veicolata attraverso pompe con il buco che dirottavano la maggior parte del flusso nelle tasche di scimmie (manager avidi, controllori truffaldini, banchieri complici, ecc.) così acrobatiche da dare l’illusione di stare appese ai rami dell’ “albero che non c’era” mentre saltavano solo nell’aria. I giardinieri per lo più sostenevano che le stagioni erano finite e che vi sarebbe stata sempre primavera. Per questo altra acqua veniva chiamata per innaffiare non-semi da piantare nella non-terra nel giocoso caos delle scimmie con le non-ali, inebriate dai profumi della non-primavera. Alla fine il non-albero non crebbe e tutto crollò. Mr. Gardner 2 direbbe così.

Fuor di metafora, i casi di malafinanza e mala impresa che ora vedete scoppiare nel giardino americano (Enron, Worldcom, ecc.) sono il tipico risultato dello sgonfiamento di una bolla. Il castello di artifizi non è più retto da flussi ulteriori di capitale e viene fuori la bugia, l’imbroglio o il semplice azzardo irriflessivo.  Ma bisogna prendere una decisione: gli eccessi della bolla passata devono portarci ad avere una sfiducia nel futuro del sistema finanziario oppure possiamo sperare che prevarranno i bravi giardinieri su quelli cattivi? Vi dico subito che possiamo essere molto ottimisti, ma che come risparmiatori dobbiamo capire meglio alcune cose, con la complicazione che i media non le trattano così bene come dovrebbero. Per esempio, il fatto che negli Usa ci siano quotidianamente annunci di revisione dei conti passati e di pulizia degli stessi non va preso come un segnale di anarchia, ma come prova che il sistema è ancora così solido e consistente da punire gli imbrogli. Quindi il fatto che ancora per qualche settimana vi saranno annunci di opacità passate e di debiti nascosti va visto come pulizia in corso. Che Bush vuole veloce e spietata contro i criminali finanziari. Secondo me è un buon segnale che i giardinieri poteranno, pianteranno i semi veri nella terra giusta stando attenti alle stagioni. Con la buona notizia rilevabile nell’economia reale che la parte non-mitica della New Economy si è rivelata un ottimo fertilizzante. La tecnologia sta velocemente diffondendosi in tutti i settori industriali e dei servizi aumentandone la produttività (il valore di un ora di lavoro). Quindi una finanza riordinata, ripulita e con nuovi sistemi di controllo e trasparenza potrà trovare un’ottima base reale per far ripartire un ciclo espansivo. Che la maggior parte degli scenaristi si aspetta nel 2003 per la locomotiva americana – come qui più volte commentato – con avvio dell’accelerazione già nella seconda metà del 2002 che inizia proprio oggi. Infatti nel mercato si è notata la scorsa settimana la tendenza a ritirare gli investimenti in titoli difensivi per tornare liquidi in attesa del momento buono (picco al ribasso) per rientrare nelle Borse. Attenzione al fatto che sia il mercato sia gli scenaristi lavorano su ipotesi e quella parte del primo che opera in “gestioni attive” ha gli strumenti per ridurre il rischio attraverso la velocità di cambio degli impieghi. Che il piccolo risparmiatore non ha e quindi è meglio che non tenti di giocare di anticipo. Aspettate di vedere una tendenza solida. Comunque, il punto è che la locomotiva americana è in veloce riparazione.

Sono molto preoccupato, invece, del fatto che in Europa tale pulizia e revisione del motore non sia in corso. I giornali sembrano dare l’idea che da noi certi eccessi americani non siano mai avvenuti. Questo è vero in relazione al tipo specifico di fenomeni. Ma non lo è in generale. Per esempio, le regole dei “nuovi mercati” borsistici fanno paura per la loro mancanza di trasparenza e per i bidoni che ci sono stati e che potrebbero svelarsi. E’ perfino sconcertante come le Banche centrali non abbiano vigilato sull’esposizione delle banche al rischio di insolvenza delle imprese. Solo in Italia circa trenta gruppi maggiori hanno una montagna di debito tale da mettere sotto stress l’intero sistema del credito. Ma nessuno parla di fare pulizia e non si vedono buoni giardinieri all’orizzonte. Qualche pulizia si è fatta in Germania dove il sistema ha lasciato fallire molti gruppi che di solito usavano il consociativismo per sostenere finanziariamente operazioni in costante perdita. Ma è ancora poco in relazione a quanto si dovrebbe fare. Se poi diamo un’occhiata al Giappone troviamo che metà del sistema bancario è insolvente ed il sistema non si decide a farlo fallire, cioè a pulire per risanare. Con questo voglio dirvi che il caso americano è un raro esempio al mondo di un sistema dove gli eccessi possono essere stratosferici, ma che ha ancora la forza e saggezza del buon giardiniere di saperli potare per tornare ad una crescita sana e ordinata. Da noi gli scandali non vengono fuori, ma neanche il buon giardinaggio.  

(c) 2002 Carlo Pelanda
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