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Carlo A. Pelanda
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Il%20Foglio

2006-5-23

23/5/2006

Diversamente dalle previsioni lo scandalo aumenterà il valore di mercato del calcio

Molti commentatori ritengono che il calcio non reggerà allo scandalo e che declinerà sul piano dei volumi di passione popolare e, quindi, di business. Parecchi investitori stanno valutando l’opportunità della crisi di credibilità del pallone per lanciare in Italia sport diversi che ne sostituiscano la dominanza. Ma questa rubrica avverte sia i primi sia i secondi che il calcio uscirà rafforzato – in termini di spettacolarità e centralità mediatica riportabili a fatturato  –  e non distrutto dalle evidenze del malaffare. I dati, infatti, non mostrano una correlazione significativa tra disgusto per i taroccamenti e perdita di interesse per il calcio. Ciò rende probabile che i tifosi, alla fine, vorranno credere che la maggior parte del sistema calcistico sia sano e lo scandalo solo un incidente. Va anche considerato che il calcio è sport e business primario in tutta Europa e buona parte del mondo. Anche un eventuale contrazione in Italia sarà presto rigonfiata dal traino di questa situazione esterna. Il campionato mondiale, poi, farà prevalere il tifo per la nazionale rilegittimando il pallone. Anche se perderà, poi ci sarà l’estate di mezzo per far dimenticare e facilitare la ricostruzione dell’illusione. Qui il punto. Per valutare l’ipotesi di crollo della centralità del pallone lo scenarista deve chiedersi cosa potrebbe sostituirla con altrettanta forza di attrazione. Gli sport a periodicità non settimanale non riempirebbero le domeniche a sufficienza. Il podismo avrebbe qualche problema di spettacolarità. Soprattutto, il calcio è ormai una abitudine così radicata da essere diventato “istituzione”. E le istituzioni non crollano, cambiano solo gli occupanti. In sintesi, è più probabile che lo scandalo non sarà fatale per i destini di tale sport, a parte una turbolenza che potrà durare un anno. La gente crederà volentieri che la maggior parte del sistema è sano anche senza prove che ciò sia vero perché, in realtà, non sarà interessata all’etica sostanziale pur invocando quella di facciata. Qualche grande club in serie B diventerà un motivo di interesse vivacizzante. Il sacrificio di qualche giornalista televisivo permetterà un rinnovamento di trasmissioni stantie. La comunicazione sul calcio stava già spostandosi sui fenomeni di indotto metasportivo (donnine, soldoni, ecc.) per spuntare più audience e più attenzione del pubblico femminile. Lo scandalo favorirà tale direzione e la conseguente espansione del business. A calciopoli manca qualche storia di sesso per essere perfetto, ma ce ne saranno. Tutto ciò che è show fa affari non in base alla moralità, ma alla spettacolarità.       

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