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Carlo A. Pelanda
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Milano%20Finanza

2016-4-1

1/4/2016

La necessità di una profezia stabilizzante

L’incertezza politica sia sta manifestando come volatilità. Se aumentasse, inabiliterebbe una considerevole parte dei prodotti finanziari che si basano su un minore rischio politico percepito, cioè sulla scommessa di continuità del sistema. Il rischio politico all’orizzonte è di nuovo tipo perché riguarda una probabilità di discontinuità sistemiche e non di qualche incidente nell’ambito di una linea storica stabile. Per esempio, sta aumentando il rischio di protezionismo e di impatto destabilizzante sul sistema di commercio internazionale che è in vigore da decenni nel globo. C’è un rischio che le elezioni politiche del 2017 in Francia e Germania, valutando cosa è successo in Grecia, Spagna e Portogallo, producano, o per un motivo o per l’altro, esiti di destabilizzazione dell’Eurozona. In generale, un numero crescente di governi sta prendendo posizioni mercantiliste e/o di definizione dell’interesse nazionale a scapito della stabilità del sistema internazionale o di uno regionale. Il Regno Unito è il caso più clamoroso: una volta era un impero, a metà del secolo scorso si è sacrificato oltre misura per difendere il sistema delle democrazie, ora punta a diventare una specie di Singapore e lo hub mondiale per la moneta di una Cina nazionalsocialista. Pesa molto nelle valutazioni prospettiche, poi, la continuità mercantilistica, e quella di sacrificare importanti valori politici strategici per vantaggi tattici immediati, della Germania (per esempio la pasticciata trattativa con la Turchia sul controllo dei flussi migratori) nonostante le sue nuove responsabilità di potenza regionale. Impressiona anche la pressione isolazionista che caratterizza la campagna elettorale negli Stati Uniti, sia a destra sia a sinistra. Questa situazione di rinazionalizzazione e frammentazione nel sistema euroamericano, che è l’area pilastro del mercato globale, costringe le Banche centrali a compensare l’incertezza politica con inondazioni di liquidità che, però, in prospettiva hanno un alto potenziale destabilizzante. Da un lato, un rischio non è una realtà in atto. Dall’altro, il mercato viene mosso da profezie. Due opzioni. Prima, confidare sia in una correzione compattante e razionale della politica in America e in Europa sia nella poca capacità degli analisti finanziari di includere il nuovo rischio politico nei loro scenari tecnici, incrociare le dita e tacere. Seconda, dare l’allarme e premere sulla politica affinché trovi un modo per combinare consenso e riconsolidamento del sistema che dia una direzione stabilizzante al mercato. Scelgo la seconda.

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