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Carlo A. Pelanda
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1998-7-3

3/7/1998

Adesso il punto critico è mantenere ottimista il risparmiatore americano

La crescita economica negli Stati Uniti rallenta. Due cause principali. Una fase fisiologica di contrazione dopo l'espansione del primo semestre (5%) amplificata dall'impatto della crisi asiatica, da intendersi sia come invasione di merci competitive dai paesi a moneta svalutata sia come minori esportazioni verso il Pacifico. Ma l'entità del fenomeno non sarà tale da provocare, nel secondo semestre, una caduta a picco di borse, produzioni e consumi. Solo un riassestamento attorno al 2% di crescita. Tuttavia, per il 1999, l'ambiguità é massima. Qualcuno prevede che ci sarà recessione al punto da costringere la Fed ad abbassare i tassi monetari per stimolare l'economia. Altri ritengono che lo scenario resterà stabile in quanto il motore messo in moto da una crescita ininterrotta che dura dal 1991 potrà continuare a girare nonostante il minore afflusso di carburante che viene dall'Asia e poco dopo rimettere il turbo. E non escludono che la Fed alzerà i tassi proprio per calmierare preventivamente sul piano dell'inflazione il riboom. In sintesi, nel mercato ci sono opinioni molto polarizzate. Ma la polarizzazione non comporta che alcuni fanno una cosa e gli altri quella diversa, simmetricamente. Crea invece, un orientamento più prudente del mercato complessivo. E se l'America diventa pessimista, allora sì che si può autorealizzare una profezia recessiva con impatto globale. E il recente ritorno degli investitori ai titoli di Stato in quel paese é un segno in questa direzione.

In realtà non c'é alcun motivo per il pessimismo se si passa dall'analisi "non-strana" a quella "strana". La seconda vede meglio le novità. E ce ne sono due che sostengono la probabilità di ottimismo.

La prima riguarda lo scenario globale. C'é una montagna di capitale liquido che circola nel pianeta in caccia di profitto. E questo preme affinché ci sia crescita dell'economia reale complessiva. Più della metà di questo capitale é gestito. E i gestori devono dare ai risparmiatori più profitto di quello che si prende con i titoli. Questo fattore di spinta é una novità dell'economia mondiale. Genera, infatti, una "bolla costante", cioé un orientamento non-ciclico verso la crescita. Va anche notato che una buona parte del capitale gestito ragiona a lungo termine. Cosa vuol dire questa novità? Che c'é un nuovo fattore che cerca di ridurre i tempi di recessione e limare i picchi di crisi. Questa nuova economia ottimistica può essere solo limitata dalla paura del risparmiatore. Se diventa pessimista, allora accetta remunerazioni minori e finisce la pressione a bolla del capitale. Quindi la resistenza psicologica del risparmiatore é il nuovo fattore critico. In particolare di quello americano che pesa più di altri, per il momento, nel mercato mondiale. Se resta ottimista questo verrà confermata la crescita costante sia americana che mondiale e le brevi interruzioni regressive saranno di entità minore.

Perché il risparmiatore americano dovrebbe restare ottimista? La seconda novità riguarda il fatto che il vero turbo dell'economia americana non é ancora esploso. E' la tecnologia. Già è stata fattore trainante negli anni passati. I milioni di nuovi lavori in America sono stati creati, su una base liberista, dalle nuove attività spinte dalle tecnologie dell'informazione, biochimiche, dei materiali ed aerospaziali. Queste erano state generate e cumulate da un investimento strategico militare nei decenni precedenti che ha dato un vantaggio di circa 50 anni tencologia all'America nei confronti di altri paesi. Durante la guerra fredda erano rimaste imprigionate nel solo sistema militare. Dopo, sono state liberate e si diffondono nel mercato. Per un po' lo hanno fatto con lentezza per problemi di adattamento dei brevetti al ciclo più arretrato dell'economia ordinaria. E ne hanno sofferto le tecnologie più di punta. Ma ora queste stanno per trovare impieghi civili e potranno alimentare la creazione non solo di nuove industrie, ma perfino di nuovi settori industriali. E ciò potrebbe reggere una crescita prolungata e antciclica del sistema industriale statunitense con relativo impatto benefico globale.

Se avviene il matrimonio tra capitale di investimento in "bolla costante" e le nuove ipertecnologie sarà crescita per decenni. Ma, oggi, il punto è che a questo scenario deve crederci il risparmiatore americano. Come rinforzarne l'umore? L'analisi "strana" mostra che i mercati oggi si orientano più con la "gestione simbolica" che non con le, pur rilevanti, banche centrali e altri strumenti classici (non-strani). Quindi é ora di fare la nuova serie cinematografica di Guerre stellari. Wallwood & technomics.

(c) 1998 Carlo Pelanda
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