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Carlo Pelanda: 2017-10-13Milano Finanza e Italia Oggi

2017-10-13

13/10/2017

Il Congresso cerca di limitare la confusione di Trump

Il rapporto del Servizio di ricerca del Congresso, intitolato “Il ruolo degli Stati Uniti nel mondo”, pubblicato il 3 ottobre, segnala ai parlamentari l’urgenza di chiarire se l’America vorrà e potrà mantenere, o no, la “Grand Strategy” tenuta negli ultimi 70 anni: ingaggio globale, interventi diretti in Eurasia per evitare che un potere antagonista conquisti il megacontinente, contrasto dei regimi autoritari, promozione del libero mercato aperto internazionale, democrazia, libertà e diritti umani. L’urgenza del chiarimento nasce dalle posizioni introverse dell’esecutivo a guida Trump che indicano una tendenza all’abbandono di tale postura e a definire in modo più ristretto l’interesse nazionale, ma con contraddizioni. Per esempio, il budget 2018, proposto dall’esecutivo, taglia la spesa delle funzioni diplomatiche e di “soft power”, mentre incrementa quella militare, di “hard power”. Contraddizione: se il disingaggio è la nuova strategia, allora non è coerente con un costoso apparato militare di capacità globale. Inoltre, comporta rischi gravi, sintetizzati da una famosa battuta del generale Mattis, ministro della Difesa: se si riducono i diplomatici, allora bisognerà comprare molte più munizioni. Trump in materia è ambiguo: da un lato vuole mostrare agli alleati che l’America spende di più per la sicurezza per indurli a fare lo stesso. Dall’altro, cancella trattati e indebolisce politicamente le alleanze, rendendo non chiaro quale sia l’oggetto di difesa comune. Forse ha sposato l’idea che gli europei occidentali, Il Giappone e l’India debbano essere forti abbastanza per evitare che la Cina conquisti tutta l’Eurasia, scaricando l’America dal problema. O forse ha abbracciato la strategia del controllo dall’esterno dell’Eurasia attraverso il dominio degli oceani (però inefficace senza un progetto  di “esosuperiorità” nell’orbita). In sintesi, è forte la sensazione che Trump non abbia ancora integrato strategia tecnica, interessi politici ed economici. Per questo, tra le righe, il rapporto invita i parlamentari a sostituire, di fatto, l’esecutivo nell’aggiornamento della Grande strategia, ricordando, maliziosamente, ai senatori che potrebbero riprendere i poteri (costituzionali) d’indirizzo delegati per prassi da decenni all’esecutivo. Il rapporto stesso,evidentemente, è stato “chiamato” e ciò indica una volontà di condizionare l’esecutivo e, probabilmente, di mantenere una postura di ingaggio globale pur più selettiva. L’Italia, per cui l’alleanza con l’America è un interesse vitale, dovrebbe seguire con attenta “partecipazione” tale processo. 

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