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Carlo Pelanda: 2011-7-19Il Foglio

2011-7-19

19/7/2011

Il mistero dell’euro a rischio di dissoluzione ma che resta con valore di cambio alto

Parecchi osservatori rilevano che il mercato tratta l’Eurozona come se fosse una nazione integrata. Infatti i dubbi sulla solvibilità di alcuni stati riverberano sulla probabilità di dissoluzione dell’euro e suo valore di cambio. Ma se 20 milioni tra greci e portoghesi vanno fuori dall’euro non si capisce perché questo debba crollare. Forse il mercato percepisce che sarebbero circa 100 in più, sommando Spagna ed Italia, per effetto contagio. Ma il contagio non è automatico. Forse percepisce che l’insolvenza eventuale dei pigs scatenerebbe una crisi bancaria globale per la perdita di valore dei titoli dove l’euro ne uscirebbe svalutato e destabilizzato. Ma non sta scontando un tale livello di rischio. Se lo facesse, il cambio corrente sarebbe sui 0,60 euro per dollaro mentre ora è di 1,40. Che senso ha la posizione del mercato, allora? Fa variare il cambio dell’euro riportando i problemi di insolvenza delle nazioni sifoline alla tenuta dell’euro stesso, ma ne abbassa il cambio molto meno di quanto dovrebbe se fosse coerente nel rispettare tale visione. C’è qualcosa di strano.

Possibili spiegazioni. A) Il mercato crede alla volontà dell’Eurozona e, in essa, della Germania di tenere in piedi l’euro. Ne ha qualche motivo, ma non tali al momento per giustificare il cambio dell’euro corrente. Poi non c’è correlazione tra l’aumento del costo di rifinanziamento dei debiti di Grecia, Portogallo, Italia e Spagna ed il cambio della valuta nella teoria che se questi saltano l’euro si dissolverà. B) Il mercato teme un crollo del dollaro e calibra le posizioni in euro in base a questo scenario sopravvalutando il secondo nelle contingenze. Ci sono nuovi dubbi sulla tenuta del dollaro e del debito statunitense, ma non tali da giustificare una sfiducia eccessiva nel dollaro. C) La Riserva Federale statunitense tiene basso il dollaro contro euro e yen per limitare il deficit commerciale e pompare l’export americano. Si nota, ma non basta a spiegare. D) La Bce tiene artificialmente alto il cambio dell’euro, per ridurre l’inflazione importata e reggere l’immagine di moneta forte, con interventi silenziosi nel mercato dei cambi. Non lo si nota, ma probabilmente il fenomeno c’è. E) Il mercato ha ridotto il raggio di visione a poche settimane perché lo scenario prospettico è troppo complesso e ciò aiuta la manina della Bce. In conclusione, la rubrica spiega la stranezza individuando una combinazione tra C,D ed E. Se così, prega la Bce di smetterla per lasciare che la svalutazione dell’euro aiuti la crescita dei Pigs, tra cui l’Italia. Ma spera che il mercato resti orbo perché è meglio che non veda.

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