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Carlo A. Pelanda
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Carlo Pelanda: 1997-5-31L' Arena,
Giornale di Vicenza,
Brescia Oggi

1997-5-31

31/5/1997

Eurocosa?

C'é troppa ambiguità sul disegno europeo. Quasi ad un anno e mezzo dall'avvio formale dell'euromoneta (1° gennaio 1999) nessuno ha la più pallida idea di cosa succederà. I cittadini dei Paesi europei, per altro, sono in buone compagnia. Per esempio, il ministro del tesoro degli Stati Uniti, Rubin - in occasione dell'ultimo vertice tecnico dei G7- ha chiesto con bonarietà ai colleghi europei se cortesemente potevano dargli qualche lume sul piano euromonetario. A prima vista una richiesta del genere sembra normale. In realtà é un messaggio devastante per la credibilità europea. Traducendolo, vuol dire: " ragazzi, avete annunciato un progetto che influirà sostanzialmente sulle dinamiche del mercato globale, ma il mondo non ne sa nulla, ci si capisce poco e quel poco lascia intendere che sia una buffonata".
Ma vediamo la cosa più terra terra. Non esiste un piano di armonizzazione fiscale tra i Paesi partecipanti all'euro. Pensate a cosa vorrà dire avere la stessa moneta, per dire, in Italia e Olanda, tra un paio d'anni. Nella seconda un'impresa può operare con meno tasse che non da noi e, soprattutto, con regole del mercato del lavoro molto più flessibili. Salta subito all'occhio che su un mercato europeo a moneta unica l'impresa che opera in Olanda avrà un vantaggio competitivo enorme su quella italiana. E cosa farà questa? Metterà una deliziosa eurobandiera sulle letterine di licenziamento. Voi pensate che le associazioni industriali abbiano uno scenario che specifichi dettagliatamente questo punto? No, chiedete se non ci credete. Pensate che il nostro governo, tanto sicuro e voglioso di entrare nella moneta unica abbia fatto un piano di riforma per rendere competitivo il sistema Paese nello scenario di una moneta unica che renderà critica per la concorrenzialità economica tra territori l'efficienza istituzionele, i carichi fiscali, la bontà delle infrastrutture, ecc. E' vero che a Bruxelles sono in corso i lavori per l'armonizzazione fiscale e che ci sono ottimi studi su questi problemi. Ma non c'é alcuna soluzione reale in vista. E siamo ad un anno e mezzo dall'ipotetico lancio dell'euromoneta. Volete saperne un'altra? L'Austria ha il segreto bancario in Costituzione. Noi no e c'é un ministro delle finanze, tale Visco, che sta studiando di fare l'anagrafe dei conti correnti bancari di tutti noi. Il giorno che ci sarà la moneta unica, e quindi saranno minori le barriere ai transiti di capitale, ditemi voi dove andrete a mettere i vostri sudati risparmi. In Austria o in Italia? Sembra di buon senso, per non creare disastri, che prima di fare la moneta unica debbano essere parificate le condizioni di base per la concorrenza. Andate a vedere se non ci credete: trovereta mille altri fatti tecnici ancora più inquietanti di questi. In sintesi, nulla é pronto per l'avventura euromonetaria.
Come si spiega questa stranezza? Una parte la si può motivare con il fatto che il disegno "vero" dell'euromoneta prevede che, per primi, entrino dei Paesi - Germania, Francia e quelli del Benelux- che sono già abbastanza omogenei di fatto (a parte il Lussemburgo che dovrà rinunciare - e non vuole - al vantaggio di essere una piazza finanziaria blindata contro occhi indiscreti). In questo caso ristretto, i problemi detti sopra, in effetti, sarebbero minori grazie all'integrazione di fatto già esistente tra i Paesi membri. E gli altri che aspettano fuori avranno il tempo per adattarsi. Ma una moneta che parta così sarebbe semplicemente la trasformazione del franco francese in marco, cioé una robetta. E per farla "robona" seria dovrebbe prendere dentro molti più Paesi all'inizio. Ma se ciò avvenisse, esploderebbero i problemi detti sopra. Sarebbero tali da impedire la fattibilità dell'euromoneta, in assoluto? No. Si può anche viaggiare con una macchina che abbia le ruote quadrate invece che rotonde. Solo che il rischio é quello che le vibrazioni sbullonino carrozzeria e motore. Ed infatti partire in queste condizioni per l'euromoneta significa mettere a rischio il lavoro e la ricchezza di circa la metà della popolazione europea, tra l'altro quella residente nelle aree più deboli. Se uno accetta il massacro della gente, ovviamente, questa "euromonata" si può fare.
Esagero? No. Vi invito solo ad andare a vedere voi stessi queste cose. Poi valuterete direttamente la consistenza morale e tecnica dei tanti governanti e commentatori che sui giornali e televisioni vi invitano all'eurofanatismo. E aspetterò sereno il vostro giudizio sulle verità che vi sto dicendo, pur qui schematicamente. Vi vedo sconcertati. Calma, se ripreso in mano seriamente e fatto da ricercatori e politici consistenti, il progetto europeo si può riparare e portare in porto. C'é un lavorone da fare. Ma se voi, lettori, date una mano a cacciare gli euro-incoscienti dal potere o, se non ve la sentite, almeno a far loro ridurre la quantità di balle che raccontano, allora gli eurorealisti una nuova soluzione tecnica la troveranno.

(c) 1997 Carlo Pelanda
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